(Simona Mengascini, inviata SIR a Cipro) – La comunità di Sant’Egidio non ha ambizioni di mediazione ma si dice convinta che a Cipro qualcosa deve cambiare. Con queste parole Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, ha informato i giornalisti di quanto la Comunità di Sant’Egidio a margine del Meeting interreligioso in corso fino ad oggi a Cipro ha fatto per la riconciliazione e la pace a Cipro. Un Paese ha ricordato Riccardi – diviso in due e dove dagli anni ’70 sta vivendo una situazione di dolori profondi, case abbandonate, monumenti e luoghi di culto distrutti, in una pace che non viene mai e una guerra che è divenuta normalità. Per queste ragioni ha proseguito Riccardi abbiamo scelto Cipro come tappa della carovana della pace, per favorire una cultura di pace e di riconciliazione e attirare l’attenzione su una situazione dimenticata. Chi si preoccupa di Cipro?. Riccardi ha poi detto che in occasione del Meeting, una delegazione di leader religiosi (ne hanno fatto parte anche il rappresentante di Pax Christi Francia, i rabbini David Rosen e Israel Singer, e mons. Ambrogio Spreafico) ha incontrato e parlato con i due negoziatori del governo cipriota e della comunità turco-cipriota e con il rappresentante speciale delle Nazioni Unite. Mario Giro, della Comunità di Sant’Egidio, ha detto che la delegazione ha espresso e spiegato ai rappresentanti ciprioti le finalità del Meeting e quindi ha parlato dello spirito di Assisi ed ha chiesto ad entrambi i negoziatori quale fosse la visione sulla crisi cipriota e sui negoziati. Nel corso dei colloqui sono state anche individuate piste di lavoro nel campo soprattutto della ristrutturazione dei luoghi sacri (chiese e moschee), perché come la storia dimostra ha aggiunto Riccardi la violenza sulle chiese e sui luoghi sacri accompagna sempre queste guerre etniche.Sir