(Simona Mengascini inviata SIR a Cipro) – Il Meeting di Cipro si è chiuso questo pomeriggio nella piazza dell’arcivescovado al centro di Nicosia, con un appello, firmato da tutti i leader religiosi presenti, perché “ogni ingiustizia, ogni guerra, ogni male sia presto cancellato” e i popoli tornino “fratelli”, a partire da Cipro “fino al Medio Oriente, all’Africa, all’America Latina e al mondo intero”. Prima dell’appello si è svolta la preghiera in contemporanea, in luoghi diversi ma vicini, di tutti gli esponenti delle varie religioni: i cristiani hanno pregato ecumenicamente tutti insieme. Nell’appello si è ripetuto che “nessun odio, nessun conflitto, nessun muro, può resistere alla preghiera, all’amore paziente che si fa dialogo, al perdono”. Perché “niente è perduto con il dialogo e tutto può diventare possibile”. Nella cerimonia finale Andrea Riccardi ha ricordato che “le religioni sono chiamate a far crescere uno spirito di pace” che è quello “spirito di Assisi che soffia dal 1986” e ha invitato tutti al prossimo Meeting che si terrà l’anno prossimo a Cracovia e Auschwitz.Ingrid Betancourt nella cerimonia finale del Meeting di Cipro ha letto un suo appello alle nazioni di “avere fede e non arrendersi” perché “noi che abbiamo sofferto non abbiamo perso la speranza”. La Betancourt ha rivolto la sua preghiera in nome “delle vittime di odio e violenze” di tutti quelli che sono stati “torturati e abusati” degli “ostaggi” e di quelli che oggi “gridano nel dolore”. Lei, ex prigioniera, ha detto che la pace arriverà dalla “forza dell’amore” e che i valori della nostra civiltà devono cambiare: “non più potere e avidità” ma “servizio e dono”. “Ciascuno di noi – ha aggiunto – ha il potere di compiere il bene o il male” e nel far questo bisogna impegnarsi a vedere le religioni “non come muri che dividono, ma come ponti che uniscono”. La Betancourt ha concluso affermando che “noi siamo costruttori di un tempo nuovo” opportuno “perché i sogni diventino realtà. Con la fede tutto è possibile”.Un appello sentito all’ “umanesimo di tutti” è stato rivolto, a conclusione del Meeting, dall’arcivescovo di Cipro, il patriarca ortodosso Chrysostomos, perché “qui a Cipro non possiamo tollerare l’ingiustizia e la violazione dei diritti umani”. Il patriarca che ha voluto l’evento nella sua isola ha ricordato che “mentre l’Europa è unita, Nicosia è divisa dal muro dell’occupazione” e “noi non abbiamo il diritto di far ritorno nelle nostre case”. Chrysostomos ha anche parlato delle politiche di separazione etnica e colonizzazione portate avanti dalla Turchia e della distruzione di oltre 500 chiese. “Ci può essere pace in queste circostanze?” si è chiesto, e si è appellato ai “sentimenti religiosi di tutti perche’ anche noi possiamo trovare giustizia e pace”. Il patriarca ha concluso dicendo che “la pace è la coesistenza della libertà di uno con la libertà di tutti gli altri: siamo convinti che non resterete sordi a questo appello”.Sir