Lettere in redazione
Medjugorje e la condanna del francescano Vlasic
Chiuse le indagini vaticane su padre Vlasic (nel 1981 fu lui a lanciare il fenomeno «Medjugorje» come «padre spirituale» dei sei ragazzini che, improvvisamente, raccontarono di vedere ogni giorno, la Madonna). Accusato di «Diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, falso misticismo, disobbedienza a ordini legittimamente impartiti e atti contro il sesto comandamento» l’ex religioso ha ricevuto dal Papa la dispensa dalla vita religiosa e dagli oneri della sacra ordinazione (cioè dimesso dallo stato clericale) con il divieto assoluto di rilasciare altre dichiarazioni sui fenomeni di Medjugorje, pena l’immediata scomunica. Inoltre la sua condotta è stata riconosciuta gravemente lesiva della comunione ecclesiale.
«Radio Maria» e Padre Livio stanno cercando in tutti i modi di far passare l’affermazione che l’ex padre non è mai stato né la guida né l’assistente spirituale dei sei veggenti chiedendo di diffondere il più possibile questo messaggio (anche sulla pagina principale del sito compare questa raccomandazione a tutti i lettori). si afferma persino che i veggenti ed i gruppi di preghiera sono «diretti da Maria in persona» pur di sminuire le responsabilità dirette e importanti di Padre Vlasic. anche alcuni dei periodici messaggi attribuiti alla Madonna contengo «ringraziamenti» e lodi a Padre Vlasic che dicono le presunte visioni «vi guida così bene» (messaggio del 28.2.82 ritrovato dal blog di Marco Corvaglia). E sempre lui riporta sulla Cronaca Parrocchiale i messaggi dei veggenti fino all’agosto 1984. Poi fonderà una comunità a Parma coinvolgendo una veggente.
Purtroppo tutti possono capire che la storia è andata diversamente da come Padre Livio tenta di farci credere: tanto che vi sono tantissime anche foto che ritraggono Padre Vlasic sempre presente accanto ai veggenti fin dall’inizio delle apparizioni. Per quale motivo Radio Maria e Padre Livio dicono cose inesatte? E dunque meritano ancora la fiducia di tanti ascoltatori?
Un sacerdote
Della lunga lettera inviataci da un sacerdote pisano, abbiamo riportato la prima parte, quella riguardante il «caso Vlasic», tralasciando gli altri «dubbi» avanzati su Medjugorje e i suoi «veggenti». Partiamo dalle cose certe. Il 10 marzo 2009 il Ministro generale dei Frati minori José Rodriguez Carballo, in una lettera ai Provinciali di Bosnia-Erzegovina, Croazia e Italia, li informa che Benedetto XVI «accogliendo la richiesta di fr. Tomislav Vlasic, ofm, membro della minoritica Provincia di S. Bernardino da Siena (L’Aquila), responsabile di condotte lesive della comunione ecclesiale sia in ambito dottrinale che disciplinare ed incorso nella censura dell’interdetto, gli ha concesso la grazia della riduzione allo stato laicale (amissio status clericalis) e la dimissione dall’Ordine. Inoltre, il Santo Padre ha concesso all’oratore, motu proprio, la remissione della censura incorsa, nonché la grazia della dispensa dai voti religiosi e da tutti gli oneri connessi con la sacra ordinazione, incluso il celibato». Seguono, nella lettera le «prescrizioni» imposte all’ex frate, tra cui l’«interdizione assoluta di esercitare qualsiasi forma di apostolato» e il «divieto assoluto di rilasciare dichiarazioni in materia religiosa, specialmente riguardo ai fenomeni di Medjugorje».
È vero che padre Livio Fanzaga che pure aveva pubblicato, già da marzo, sul sito di «Radio Maria» la citata lettera di Carballo , quando alla fine di luglio la notizia della riduzione allo stato laicale del Vlasic è rimbalzata sui giornali, è intervenuto per negare qualsiasi implicazione tra le vicende dell’ex-francescano e le presunte apparizioni della Madonna. In particolare il fondatore di «Radio Maria» ha negato cito da una sua newsletter che «l’ex frate sia stato la guida o l’assistente spirituale dei veggenti». E aggiunge: «Non è corretto neppure metterlo in rapporto col fenomeno Medjugorje dal momento che vi manca da 23 anni. Egli non ha mai ricoperto l’ufficio nè di guida spirituale, nè di assistente spirituale, nè di confessore dei sei veggenti». Anche padre, Francesco Bravi, Procuratore Generale dell’Ordine dei Frati Minori, in una dichiarazione resa il 30 luglio scorso all’Agenzia Zenit, assicurava che la decisione del Papa «non rappresenta un giudizio sulle testimonianze delle apparizioni della Madonna a Medjugorje» «È stato lui a chiederlo», spiegava ancora padre Bravi, sottolineando che l’ex francescano«non ha riconosciuto le accuse che gli sono state rivolte e che per questo motivo non ha nemmeno accettato le sanzioni». E riguardo al legame con le apparizioni, aggiungeva: «Anche se è vero che Vlasic era viceparroco di Medjugorje quando ci sono state le prime testimonianze delle apparizioni, che sono all’analisi della Santa Sede, vive da più di vent’anni in Italia».
Cosa ne possiamo dedurre? Che la vicenda Vlasic di per sé non depone né a favore né contro la veridicità delle presunte «apparizioni», tuttora allo studio della Santa Sede. Ma il tentativo di padre Livio di separare completamente le due vicende appare esagerato, perché Vlasic ebbe un ruolo ben documentato nel primissimo periodo delle apparizioni, prima di trasferirsi in Italia.
Per quanto riguarda i pellegrinaggi a Medjugorje, come ha scritto il card. Tarcisio Bertone («L’ultima veggente di Fatima», ed. Rai-Rizzoli, 2007, pagg. 103-104), «sono permessi» quelli «privati con un accompagnamento pastorale dei fedeli» e «tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje, luogo di culto mariano dove è possibile esprimersi con tutte le forme devozionali».