Vita Chiesa

Mediterraneo, Raspanti: centrale per la Chiesa l’annuncio missionario

“Comunione, partecipazione e missione costituiscono il tema del Sinodo dei Vescovi in atto, come anche dei vari cammini sinodali che molte conferenze episcopali stanno svolgendo nel mondo” ha dichiarato mons. Raspanti che così poi ha specificato: “il Santo Padre così le spiega: «Le parole-chiave del Sinodo sono tre: comunione, partecipazione, missione. Comunione e missione sono espressioni teologiche che designano il mistero della Chiesa e di cui è bene fare memoria. […] Comunione e missione rischiano di restare terminiun po’ astratti se non si coltiva una prassi ecclesiale che esprima la concretezza della sinodalità in ogni passo del cammino e dell’operare, promuovendo il reale coinvolgimento di tutti e di ciascuno. Vorrei dire che celebrare un Sinodo è sempre bello e importante, ma è veramente proficuo se diventa espressione viva dell’essere Chiesa, di un agire caratterizzato da una partecipazione vera». Non mi fermo a sviluppare il rapporto tra questo nostro cammino iniziato a Bari e qui proseguito con il valore intrinseco della sinodalità e della collegialità episcopale, quanto piuttosto sottolineo la forza rigenerante e fondativa della missione, radicata nella comunione, e il suo legame con quanto abbiamo sopra descritto”.

Poi il vice presidente della Cei ha specificato: “La famosa espressione della “Chiesa in uscita” è collegata dal Papa all’incarnazione del Verbo e alla sua passione. Ciò può desumersi da innumerevoli citazioni, ma ne privilegio una, perché tratta dal discorso pronunciato qui a Firenze nel 2015 al V Convegno Ecclesiale nazionale della Chiesa italiana: «Umiltà, disinteresse, beatitudine: questi i tre tratti che voglio oggi presentare alla vostra meditazione sull’umanesimo cristiano che nasce dall’umanità del Figlio di Dio. E questi tratti dicono qualcosa anche alla Chiesa italiana che oggi si riunisce per camminare insieme in un esempio di sinodalità. Questi tratti ci dicono che non dobbiamo essere ossessionati dal “potere”, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso. Se li assume, invece, sa essere all’altezza della sua missione. I sentimenti di Gesù ci dicono che una Chiesa che pensa a sé stessa e ai propri interessi sarebbe triste. Le beatitudini, infine, sono lo specchio in cui guardarci, quello che ci permette di sapere se stiamo camminando sul sentiero giusto”.