Opinioni & Commenti
Medio Oriente, una nuova partenza
«Una soluzione negoziata della crisi sulla base della formula di due stati, Israele e Palestina, che vivano in pace e sicurezza uno accanto all’altro e aiutare l’Autorità palestinese (Anp) a rafforzare le istituzioni, gettando basi solide per la creazione di un futuro stato palestinese» sono stati questi gli obiettivi confermati dalla conferenza di Londra del 1 marzo sulle riforme palestinesi convocata dal premier britannico Tony Blair cui hanno partecipato 23 paesi, per lo più occidentali e del mondo arabo moderato, oltre a Ue e Lega Araba. Presenti anche il Segretario di Stato americano Condoleezza Rice, il segretario generale dell’Onu Kofi Annan e rappresentanti del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale.
Nel documento finale reso noto nella serata di ieri si ribadiscono alcuni punti fondamentali. In primis la necessità che il terrorismo deve essere fermato e non deve poter sabotare il processo di pace. All’Anp viene chiesto un ulteriore lavoro per costruire un apparato di sicurezza più efficace, un migliore sistema di governo, il rafforzamento dell’economia palestinese.
Tuttavia, annota il documento, il miglioramento dell’economia palestinese dipende anche da forme di cooperazione e di agevolazione di Israele, in particolare da un significativo smantellamento dei posti di blocco e delle altre limitazioni alla libera circolazione delle persone e dei beni imposte da Israele.
Anche la comunità internazionale è chiamata a fare la sua parte per risolvere i problemi finanziari a breve dell’amministrazione palestinese che, a sua volta, deve porre in atto misure di buon governo per aprire la strada ad un maggiore appoggio da parte dei donatori internazionali. Ad Israele viene chiesto di attuare gli impegni presi con la Road Map. «I partecipanti – si legge nelle conclusioni – riconoscono che l’attuazione degli impegni presi dall’Anp costituirebbe un passo importante nell’applicazione dei suoi impegni per la Road Map.