Toscana

MEDIO ORIENTE, STRISCIA DI GAZA: SITUAZIONE ECONOMICA E UMANITARIA SEMPRE PIÙ GRAVE

“L’economia sta precipitando. Industrie che una volta costituivano l’ossatura dell’economia di Gaza e del sistema alimentare, come quella agricola e ittica, sono soffocate dalla situazione attuale e rischiano di perdere il mercato”: a parlare è Arnold Vercken, direttore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) nei Territori Occupati Palestinesi, il quale ha lanciato l’allarme sulle condizioni di vita a Gaza, che peggiorano rapidamente, rischiando di passare in secondo piano a seguito della situazione in Libano. Gli agricoltori, fa sapere ancora l’Onu, sono stati colpiti pesantemente dalle chiusure sporadiche che hanno bloccato il ciclo della produzione agricola, limitando il rifornimento di beni vitali e isolando il mercato di Gaza dal commercio esterno. Nessun prodotto è stato esportato dalla Striscia di Gaza in luglio, teatro di raid e incursioni dell’esercito israeliano dure quanto quelle compiute in Libano.

“Gli agricoltori vivono in condizioni indigenti, senza nessun aiuto per riprendere la coltivazione dei terreni, dopo la distruzione dei circa 400 ettari di terra coltivabile, delle condutture per l’irrigazione e delle serre” spiega l’Onu nella nota. Anche le banche di credito agricolo non accordano più prestiti agli agricoltori, mentre le infrastrutture sono paralizzate.

“L’approvvigionamento di elettricità ed acqua è scarso e inaffidabile. Gli agricoltori, costretti a comprare l’elettricità e l’acqua per mantenere i raccolti, trasferiscono i costi maggiorati di produzione sui compratori, proprio quando il potere d’acquisto è al suo livello più basso e meno di un terzo della popolazione gode di un reddito” aggiunge il Pam. Anche i pescatori pagano il prezzo della crisi mediorientale: “i pescatori devono affrontare una sfida insormontabile. L’industria ittica – già in netto declino a causa delle retrizioni idriche e dell’inquinamento – ha subito un netto arresto a causa della chiusura delle coste di Gaza in atto dal 25 giugno. Nei mercati è scomparso il pesce e 35.000 persone che vivevano degli introiti di quell’industria hanno ora perso ogni forma di reddito” sottolinea l’Onu. Diversamente dal Libano, dove i bisogni alimentari e umanitari sono stati essenzialmente soddisfatti, il numero crescente di poveri a Gaza vive con il minimo necessario e lotta ogni giorno per trovare il cibo. Circa il 70 per cento della popolazione di Gaza è priva di sicurezza alimentare e la grande maggioranza dipende dall’assistenza per i bisogni basilari. Misna