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MEDIO ORIENTE, SI’ DELLA LEGA ARABA A VERTICE ANNAPOLIS; HAMAS ORGANIZZA CONTRO-CONFERENZA

L’Arabia Saudita parteciperà alla conferenza per il Medioriente in programma ad Annapolis “alla luce dell’unanimità dei paesi membri della Lega Araba”. Lo ha confermato, alla fine della riunione dei ministri degli Esteri della Lega, svoltasi oggi al Cairo, il capo della diplomazia saudita Saudi al Faysal, “ma non ci presteremo a saluti o abbracci che non riflettano un atteggiamento politico” ha chiarito. “Non è un mistero che sono stato reticente fino ad oggi e che se non fosse stato per il consenso raggiunto oggi, non saremmo andati ad Annapolis” ha aggiunto al Faysal. Tel Aviv e Riad non hanno rapporti diplomatici e il loro incontro ad Annapolis costituirà comunque un evento ‘storico’. Nessuna certezza invece sulla partecipazione della Siria, invitata in qualità di membro dell’iniziativa di pace araba (riconoscimento di Israele in cambio del ritorno ai confini precedenti alla guerra del 1967, creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme Est capitale, e soluzione “equa” per la questione dei profughi palestinesi, ndr), che ha legato la sua decisione all’agenda dei temi in discussione al vertice: “Interverremo solo se si parlerà delle questione delle alture del Golan” ha precisato il ministro degli Esteri di Damasco, Waled al Muallem, confermando che la Lega ha inviato un “messaggio urgente” agli Stati Uniti chiedendo che le alture del Golan siano esplicitamente incluse nell’agenda, così da assicurare la partecipazione della Siria.

I negoziati sul Golan, occupato da Israele dopo la guerra del 1967 e annesso nel 1981, sono di fatto congelati dal 2000. Intanto permangono gli interrogativi sulle questioni che la conferenza di Annapolis si propone di affrontare nel dettaglio, come frontiere, status di Gerusalemme, creazione di uno stato palestinese indipendente e ritorno dei rifugiati, mentre lo stesso segretario generale della Lega, Amr Moussa ha parlato di “dettagli ancora da sistemare”, probabilmente in una riunione che si terrà a Washington lunedì prossimo, alla vigilia del vertice. Intanto da Gaza, dove Hamas, i cui vertici non sono stati invitati ad Annapolis, e Jihad Islamica hanno convocato per lunedì una ‘contro-conferenza’ in cui denunceranno “ogni tentativo di liquidare la causa palestinese”. Ismail Haniye, ex primo ministro del movimento islamico, ha invitato i paesi arabi a non partecipare ad un incontro che “porterà a una normalizzazione gratuita dei rapporti con Israele e aumenterà gli attacchi al nostro popolo”. Nei giorni scorsi, Hamas che promette di diventare il ‘convitato di pietra’ della conferenza, ha messo in discussione la legittimità del presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas a negoziare come interlocutore del popolo palestinese. Intanto si apprende che la questione delle alture del Golan siriano occupate dal 1967 da Israele è stata inserita nell’agenda del vertice di Annapolis, in risposta alla precisa richiesta della Siria che aveva condizionato la sua partecipazione a questo punto. A darne notizia è stato il capo della diplomazia siriana, Walid Mouallem, aggiungendo che la riserva di Damasco sarà sciolta solo dopo il ricevimento del programma ufficiale: “E’ stata l’amministrazione americana a confermare l’inclusione della questione siro-israeliana nel vertice di Annapolis” ha detto Mouallem al termine della riunione dei ministri degli esteri della Lega Araba che si è svolta oggi al Cairo. Intanto, dagli Stati Uniti, il cardinale Francis George, neoeletto presidente della Conferenza episcopale americana, ha esortato a pregare questa domenica per la pace in Terra Santa: “Questo appello alla preghiera – ha detto – è particolarmente opportuno questa settimana, ma la via verso una pace giusta sarà lunga e andrà oltre la conferenza”.

Misna