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MEDIO ORIENTE, NUOVE VITTIME CIVILI IN BOMBARDAMENTI CHE COMPLICANO FORNITURA AIUTI UMANITARI

Proseguono intensissimi i combattimenti nel sud del Libano tra le forze armate israeliane e le milizie di Hezbollah, così come i bombardamenti dell’aviazione di Tel Aviv (quasi 150 quelli compiuti dall’inizio della giornata) che oggi ha centrato il deposito di un’azienda agricola a Qaa (piccolo villaggio alla frontiera con la Siria), uccidendo quasi 30 civili, colpiti mentre caricavano alcune cassette di frutta e verdura su dei camion.

Anche sul fronte israeliano si sono registrate nuove morti: almeno due civili sarebbero stati uccisi dai numerosi (alcune fonti parlano di un centinaio) razzi katyusha caduti anche oggi sull’Alta Galilea, mentre nei combattimenti sarebbero deceduti anche un numero imprecisato di soldati.

Intanto le principali organizzazioni umanitarie hanno evidenziato le difficoltà provocate dalla distruzione di alcuni ponti nella zona cristiana a nord di Beirut mettendo fuori uso l’unica grande arteria stradale rimasta a collegare il Libano con la Siria e indispensabile per trasportare gli aiuti. “È davvero un brutto colpo, perché abbiamo utilizzato finora quella strada per muovere uomini e mezzi in ingresso e in uscita dal Libano” ha detto Astrid van genderen Stor, dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur). La strada costiera fino alla Siria era “un cordone ombelicale” per la fornitura di aiuti alimentari, gli ha fatto eco Christiane Berthiaume del Programma alimentare mondiale (Pam, una delle agenzie Onu maggiormente impegnate nell’emergenza libanese), aggiungendo che a questo punto “è di fondamentale importanza trovare nuovi punti d’ingresso, via mare o via aria, per portare gli aiuti in Libano”.

Di fronte alle crescenti critiche per la distruzione dell’ultima strada rimasta a facilitare il lavoro degli operatori umanitari, Israele ha risposto dicendo che i ponti sono stati fatti saltare per impedire alla Siria di riarmare gli Hezbollah.Misna