Lettere in redazione

Medio Oriente, gli ostacoli alla pace

La guerra tra israeliani e le componenti più radicali dei palestinesi sta portando quel conflitto verso a uno scontro duro e insensato. Forse per la prima volta nella storia si potrebbe giungere a una pace duratura, con la nascita di uno Stato indipendente palestinese, accanto a quello israeliano. Cosa ostacola ciò, forse il radicalismo religioso che crea una mentalità nefasta: impedisce che si possa vivere senza guerra, senza voler annientare il nemico, in questo caso di diversa confessione religiosa.

Ciò che mi infastidisce di più è l’atteggiamento di gruppi politici italiani che, invece di capire e lavorare per la pace, soffiano sull’odio e giustificano i crimini.

Ancora una volta in Israele, dal solito confine palestinese, sono giunti dei terroristi per distruggere e uccidere. Per qualcuno questi sono combattenti: quando l’esercito israeliano reagisce, colpendo, non sempre con un’ottima mira, le basi da dove partono queste azioni, c’è chi parla di terrorismo di Stato. Nessuno si lamenta quando a morire sono i cittadini con la stella di Davide sul petto, come un tempo in Germania, mentre nel caso contrario è un crimine contro l’Umanità.

Oggi abbiamo una nazione nascente che festeggia per la morte dei nemici nelle piazze, questo popolo ha un suo governo che spinge per l’indipendenza, speriamo di non essere tra i primi a riconoscere questa realtà statale, ancora troppo immatura per dirsi democratica.Arduino RossiBergamo In Terrasanta più passa il tempo e più i problemi si incancreniscono, mescolando in un groviglio indistricabile torti e ragioni. Eppure entrambe le parti in conflitto sanno con certezza che ci potrà essere pace solo con il riconoscimento e la garanzia di sicurezza reciproca. Rinunciare stabilmente a qualunque atto di terrorismo sarebbe un grande atto di coraggio della leadership palestinese. Ma altrettanto coraggio occorrerebbe anche da parte israeliana, ponendo fine alle «esecuzioni mirate», alle rappresaglie, all’espansione degli insediamenti, allo strangolamento economico dei «Territori». Temo che fintanto che la comunità internazionale se ne starà immobile a guardare questa guerra latente, le due parti non saranno in grado da sole di riannodare il dialogo e il negoziato.Claudio Turrini