Toscana

MEDIO ORIENTE, DOPO ATTENTATO A GERUSALEMME: OTTO ARRESTI, DUBBI SU RIVENDICAZIONI

Nel fine settimana sono state arrestate a Gerusalemme-est otto persone tra cui due fratelli, due cugini e il padre di Ala Abu Dhaim, 25 anni, ucciso giovedì scorso dopo aver ucciso a colpi d’arma da fuoco otto studenti della più rigida e famosa scuola rabbinica di Gerusalemme-ovest, la Mercaz Harav Yeshiva. Nessuna rivendicazione di organizzazioni palestinesi o arabe – nemmeno quella circolata in un primo momento su presunte ‘brigate della libertà in Galilea’ e a un gruppo che si ispirerebbe a un esponente della jihad islamica ucciso a Damasco in un attentato di febbraio – ha trovato però finora ragionevole conferma; lo scrive oggi anche l’edizione online del quotidiano israeliano “Haaretz”. Retroterra e circostanze precise dell’accaduto, al di là delle diverse ipotesi (e strumentalizzazioni) avanzate da più parti, restano in gran parte da accertare e non si può escludere che l’attentatore, che conosceva bene la scuola nota in Israele come la “portabandiera del sionismo religioso”, abbia agito senza alcuno dei collegamenti che reazioni emotive e di parte – di ogni parte – hanno finora tentato di attribuirgli. Sul sito di “Haaretz”, Gideon Levy, in un articolo molto critico della scuola rabbinica, afferma tra l’altro: “Questa istituzione è stata la culla e la forza-guida degli inseidiamenti dei coloni e molti degli studenti uccisi nell’attacco terroristico erano coloni di seconda generazione”; Levy precisa anche che senza quella scuola non esisterebbe il movimento ‘Gush Emunim’, che ha voluto gli insediamenti – sostenuto da successivi governi israeliani – e senza gli insediamenti “avrebbe potuto già esserci la pace”. Ieri, rende noto lo stesso quotidiano in altro articolo, il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha approvato la costruzione di centinaia delle 750 abitazioni previste a Givat Ze’ev, nuovo insediamento dei coloni vicino Gerusalemme. Stamani circolano notizie sulla conclusione del “blocco totale” della Cisgiordania deciso da Israele per motivi di sicurezza e di una “fragile pausa” delle operazioni militari contro la Striscia di Gaza.Misna