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MEDIO ORIENTE, ANCORA INCERTEZZA SU CONDIZIONI DI ARAFAT, SCONTRI IN CISGIORDANIA

Yasser Arafat è “vivo”, versa “in uno stato molto complicato, molto grave e stabile”: lo ha detto domenica il ministro degli Esteri francese Michel Barnier, secondo il quale il presidente palestinese “è curato e bene in Francia, come la sua famiglia e le persone a lui vicine hanno voluto”. Barnier ha inoltre confermato che lunedì arriveranno a Parigi il primo ministro palestinese Abu Ala e l’ex-primo ministro Abu Mazen,in compagnia del ministro degli Esteri Nabil Shaat, per essere personalmente aggiornati sulle condizioni di Arafat.

Secondo il quotidiano ‘Al Hayat al Jadida’ del Fatah, movimento che fa capo ad Arafat, aumenterebbe intanto tra i palestinesi il malumore sulla mancanza di informazioni chiare sulla sorte del loro presidente da parte delle autorità. La stampa araba e in particolare quella palestinese continuano a dare ampio risalto alle voci di un possibile avvelenamento del ‘raìs’, o attraverso il cibo (ma Arafat usa dividerlo con i suoi commensali) o tramite farmaci adulterati o con oggetti imbevuti di particolari sostanze, come ad esempio una penna. Per Barnier, “nulla consente di affermare che tale ipotesi sia corretta”, ma il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha seccamente smentito le voci definendole “espressioni gravi, che non hanno un briciolo di fondamento”.

Israele resta comunque irremovibile su un’eventuale sepoltura di Arafat a Gerusalemme, soprattutto nella Spianata delle Moschee, e l’ipotesi che circola con più insistenza è che i funerali possano svolgersi all’estero – forse a Tunisi, secondo il sito di intelligence israeliano ‘Debka’ – e la tumulazione a Khan Yunes a Gaza, dove si trovano già le tombe del padre e della sorella del presidente palestinese.

Intanto, nella mattinata di domenica due israeliani sono rimasti feriti in modo non grave in un agguato all’autobus su cui viaggiavano a pochi chilometri da Baka al-Sharkya, nella Cisgiordania settentrionale. Sempre in Cisgiordania, quattro palestinesi, tre presunti membri delle brigate Al Aqsa e uno della Jihad islamica, sono morti in scontri con l’esercito israeliano a Jenin. L’attenzione dei militari israeliani si è spostata nella serata di domenica nella Galilea occidentale, a ridosso del confine col Libano, dove l’esercito è in stato d’allerta: in mattinata gli Hezbollah libanesi avevano annunciato di aver inviato in ricognizione un piccolo aereo radiocomandato sulla fascia costiera dell’ Alta Galilea; fonti militari israeliane avrebbero avvistato il velivolo che sarebbe caduto in mare in circostanze non ancora chiare sulla via del ritorno in Libano.Misna