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MEDIO ORIENTE, ABU MAZEN: «LA PACE TRA ISRAELE E PALESTINESI POSSIBILE IN UN ANNO»

La pace tra Israele e i palestinesi “può essere raggiunta in un anno” se le parti sapranno dare vita a negoziati seri: lo ha affermato in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘Haaretz’ il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, secondo cui gli incontri dovrebbero essere intensi, ravvicinati e possibilmente segreti.

“Ho offerto a Simon Peres e agli Stati Uniti di aprire un canale segreto di trattative, al riparo dall’opinione pubblica, e sono convinto che in meno di un anno potremmo firmare l’accordo” ha detto Mazen, dando per scontato che dalle elezioni politiche israeliane che si terranno il prossimo 28 marzo uscirà vincitore il partito Kadima, fondato dall’ex-primo ministro Ariel Sharon prima di essere ridotto in coma da un ictus e oggi diretto dal primo ministro ad interim Ehud Olmert e dal premio Nobel per la pace ed ex-ministro degli Esteri Peres. Secondo ‘Haaretz’, la proposta del presidente palestinese non avrebbe ricevuto finora risposte incoraggianti dagli interlocutori israeliani e statunitensi. “Dobbiamo andare al tavolo delle trattative con buona fede e volontà di mettere fine al conflitto” ha insistito Abu Mazen, chiedendo sostegno a Israele affinché lo aiuti “a mantenere le mie promesse”.

A proposito del soggetto che condurrebbe le trattative per conto dei palestinesi e del problema dei confini dell’eventuale Stato di Palestina, Mazen sembra avere le idee chiare: “I negoziati di pace sarebbero condotti non da Hamas ma dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp)”, di cui il presidente palestinese è a capo, come prima di lui il defunto Yasser Arafat. L’accordo di pace, ha insistito Mazen, sarebbe firmato da lui e non da Hamas, l’organizzazione integralista uscita vincitrice dalle elezioni dello scorso 25 gennaio. A proposito della questione territoriale, “non scarto uno scambio di territori; nei negoziati ogni parte presenterà una sua proposta, ma tutto dovrà avvenire entro i limiti fissati dal diritto internazionale” ha concluso Mazen. Da decenni, in ogni caso, l’Olp rivendica alla Palestina il recupero dei territori perduti con la guerra del 1967 (Guerra dei sei giorni). Israele, invece, come già più volte sottolineato da Olmert, sarebbe disposto a restituire alcuni territori cisgiordani, ma con il solo obiettivo di fondere in agglomerati più grandi i piccoli e mal difendibili avamposti israeliani in Cisgiordania: questo vorrebbe dire, nelle intenzioni di Kadima, mantenere sotto la sovranità di Israele territori conquistati durante la Guerra dei sei giorni.Misna