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MEDIA (RAPPORTO CENSIS-UCSI): GLI ITALIANI SONO PIÙ MATURI DI QUANTO PENSINO I VENDITORI
Viene presentato oggi, a Napoli, il quarto rapporto sulla comunicazione, realizzato dal Censis e dall’Ucsi. “Dall’analisi di quest’anno anticipa al Sir Paolo Scandaletti, direttore di Desk e coordinatore del rapporto emerge che l’italiano medio guarda la televisione generalista, è molto cauto verso i nuovi strumenti, non beve quel che gli raccontano, anzi cresce la capacità di analisi personale”. Un esempio positivo è l’abitudine, riguardante il 26% della popolazione, di seguire più telegiornali per formarsi, poi, un punto di vista personale su quello che succede nel mondo. “Un altro aspetto interessante osserva Scandaletti è che mentre si considerava quasi morta’ la tv generalista, durante la discussione sulla legge Gasparri, gli italiani continuano a preferirla alla tv satellitare e digitale, sia per motivi economici (il costo degli abbonamenti, dell’antenna e dei decoder), sia per fattori culturali e di tempo”.
In realtà, aggiunge Scandaletti, “questo fatto è anche un bene perché significa che gli italiani non bevono tutto quello che il mercato butta addosso. Insomma, emerge una fotografia non scontata che inizia a porre degli interrogativi sia a chi fa l’editore ed individua format e forme di promozione sia a chi li va a realizzare, come i produttori di programmi radio-televisivi e i giornalisti”. Per Scandaletti, dunque, il rapporto “ci fa capire che gli italiani sono più maturi di quanto generalmente pensano i venditori”. Anche i reality show, ad esempio, non sono visti dal 37% e non sopportati dal 25% degli italiani.
Dati interessanti emergono, nel quarto rapporto dell’Ucsi e del Censis sulla comunicazione, anche per quanto riguarda il telefonino, la radio, i quotidiani e Internet. “Per il 26% – racconta Scandaletti – è considerato utile per essere avvertiti tempestivamente delle cose cui si tiene. Questo è un utilizzo di servizio significativo: anzi, solo il 10% dice di non poterne fare a meno”.