Un documento per classificare i programmi i cui contenuti possono nuocere gravemente allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori. Il testo, varato ieri all’unanimità dal Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione Media e minori, fa seguito alle modifiche apportate dal Decreto Romani al Testo unico sulla radiotelevisione (ora Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici), riguardo alle norme per la tutela dei minori. Nello specifico, il Decreto Romani parla di contenuti gravemente nocivi e nocivi. Per i primi, la possibilità di trasmissione è solo in orario notturno (dalle 23 alle 7) e con un sistema di accesso condizionato specifico, secondo il quale viene posto dall’emittente un vincolo (parental control) disattivabile, a richiesta, dall’utente. Non vi sono vincoli di orario, invece, per i programmi nocivi (anche se il Decreto prevede che le trasmissioni non contengano programmi che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minorenni, a meno che la scelta dell’ora di trasmissione o qualsiasi altro accorgimento tecnico escludano che i minorenni che si trovano nell’area di diffusione assistano normalmente a tali programmi), ma si richiede che vengano preceduti da un’avvertenza acustica o siano identificati, all’inizio e nel corso della trasmissione, mediante la presenza di un simbolo visivo. Il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione Media e minori ribadisce non solo la legittimità, ma anche la necessità di procedere alla classificazione dei contenuti ritenuti nocivi’. Così Franco Mugerli, presidente del Comitato, interviene a proposito delle norme sulla tutela dei minori contenute nel Decreto Romani, relativo al riassetto del sistema radiotelevisivo. Il Decreto regolamenta a tal riguardo i programmi gravemente nocivi e quelli nocivi, dando al Comitato Media e minori il compito di definire i criteri che definiscono tali programmi. Ma se per i primi il Comitato ha votato proprio ieri all’unanimità un documento ad hoc, non altrettanto all’unanimità spiega Mugerli è stata condivisa la convinzione che si dovesse procedere anche nella classificazione dei contenuti nocivi’. Eppure, rileva il presidente del Comitato, non v’è dubbio che, sia dal punto di vista logico sia da quello lessicale, i programmi per soli adulti, nella loro ampia e logica accezione, debbano riferirsi non soltanto ai contenuti gravemente nocivi, ma anche a quelli che comunque nuocciono allo sviluppo fisico, mentale o morale del minore. Da qui, pertanto, la richiesta di procedere alla classificazione dei contenuti ritenuti nocivi’, per arrivare a un completo sistema’ da sottoporre al Ministero dello sviluppo economico per la prevista approvazione.Sir