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MEDIA E ADOLESCENTI, INDAGINE MEDIAPPRO: IL CELLULARE È IL VERO PROTAGONISTA DELLA VITA DEI GIOVANI

È il telefono cellulare, e non Internet, il “vero protagonista della vita di giovani e adolescenti”. Il dato emerge dall’indagine “Mediappro”, commissionata dall’Unione europea a 9 istituti di ricerca per rilevare “gli stili di uso, rappresentazione e riappropriazione dei nuovi media negli adolescenti europei tra i 14 e i 19 anni”. La ricerca è stata presentata oggi pomeriggio a Roma, in anteprima mondiale, da Pier Cesare Rivoltella, docente all’Università Cattolica di Milano e direttore scientifico del gruppo di studio italiano, in occasione della terza assemblea nazionale dei webmaster cattolici italiani (WeCa).

“Il cellulare serve per chiamare gli amici, chiacchierare e comunicare informazioni urgenti, parlare con i genitori e scambiare emozioni attraverso sms e fotografie”, ha affermato Rivoltella; esso “incarna per i giovani un modo accessibile di presentarsi e comunicare, cambiando lo stile relazionale e creando nuove comunità linguistiche”. Tuttavia, il proliferare di servizi legati alla telefonia mobile non sembra interessare oltremodo i giovani, che si limitano prevalentemente a chiamare o inviare sms. “Il telefonino – ha precisato – da molti giovani non viene visto come uno strumento che integra realmente più media e più linguaggi: le interviste ci fanno notare che i giovani considerano il cellulare uno strumento per la comunicazione vocale e, da qualche tempo, scritta, non oltrepassando così un certo modo tradizionale di considerare il telefono”.

Per quanto riguarda, invece, il rapporto con il web, “non siamo in presenza di una generazione guidata da Internet, che non può più vivere senza connessione e che trasferisce lo spazio sociale nella rete”; piuttosto “si tratta di una generazione consapevole della presenza dei nuovi media senza farsi condizionare in maniera totalizzante”. Tre, secondo l’indagine, le attività di fondo dei giovani connessi in rete: “Navigare attraverso i motori di ricerca per cercare informazioni, scaricare documenti, comunicare con la posta elettronica”. Prevale, dunque, uno spirito di ricerca, che può partire “dall’individuazione di un bisogno” o “dalla dinamica di esplorazione, che tende a occupare il tempo degli adolescenti in ottica ludica”.

Si ha invece un divario tra adulti e adolescenti nella percezione del significato della tecnologia, “spazio naturale all’interno del quale orientare usi e costumi” secondo i giovani, mentre gli adulti, che sono “frequentatori meno assidui”, la considerano solo “un possibile strumento cui ricorrere in caso di necessità”. Questa distanza è percepita soprattutto nella scuola, dove “la mancanza di una cultura mediale, nello specifico tra gli insegnanti”, determina, ad avviso degli adolescenti, “un incremento degli ostacoli nell’uso delle nuove tecnologie” e “una distorsione delle potenzialità del medium, confinando Internet e computer al ruolo di strumenti e riducendo in partenza il significato positivo dei media come ambienti di apprendimento, socializzazione e creazione della conoscenza”.Sir