Toscana

“Medì”, con Sant’Egidio per trovare rotte nel mare agitato dalla guerra e della pandemia

“Un mare agitato dalla storia”: lo vuole descrivere Medė attraverso le tante voci delle cittā, non solo dopo la pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina, ma anche alla luce di  altri eventi e sconvolgimenti, che stanno cambiato le cittā del Mediterraneo.Il convegno si articolerā, dopo un’introduzione, in tre tavole rotonde:Mediterraneo, un mare agitato dalla storia (venerdė 27 maggio – ore 17);Cittā aperte: accoglienza e integrazione (sabato 28 maggio – ore 10);Cittā inclusive: la cultura del vivere insieme (sabato 28 maggio – ore 11.30).Dopo  i saluti, per la Diocesi, di Mons. Paolo Razzauti e del Sindaco di Livorno Luca Salvetti, e l’intervento del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, le tavole rotonde saranno introdotte da una relazione di Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunitā di Sant’Egidio, grande conoscitore della storia mediterranea e dell’arte del dialogo nel costruire la pace.Tante le cittā e le realtā presenti e toccate dagli sconvolgimenti della storia. Malta, ad esempio, dove la ricerca di giustizia per l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia ha condotto nelle piazze dell’isola una folla di gente che ha costretto alle dimissioni il primo Ministro Joseph Muscat, a causa del coinvolgimento nell’assassinio di suoi stretti collaboratori. Ne parlerā Manuel Delia, giornalista, che ha investigato sul suo omicidio, assieme alla famiglia di Daphne.Di Beirut, devastata dall’esplosione che ne ha deturpato il porto, simbolo della profonda crisi politica, economica e sociale che la cittā vive, parlerā l’architetto Mazen El Murr.La voce di Tunisi, che fatica a riprendere in mano il proprio destino dopo la Primavera araba e l’emanazione della nuova Costituzione e la cui popolazione vede ancora nell’emigrazione un’opportunitā di vita, sarā portata a Medė da Rachid Nasri (insegnante) e Abdel Jalil Ben Salem (teologo).Da Pola proviene la scrittrice e poetessa Tatjana Gromaca: la cittā č presente per la prima volta a Medė. Nel proprio nome ha iscritta la storia di tanti che hanno trovato in Italia la loro nuova casa.Lesbo, ponte tra est ed ovest, meta di pių visite da parte di Papa Francesco per mettere al centro il dramma delle morti in mare nei viaggi della speranza, č l’agognato traguardo di tanti profughi che salpano dalla vicina Turchia. L’isola č divenuta simbolo dell’accoglienza grazie a personalitā come Philippa Kempson con il suo ‘The Hope Project’, ma č anche espressiva di contraddizione, per l’istinto al respingimento e all’isolamento nei campi profughi della parte pių impaurita della popolazione locale ed europea.Cagliari porta a Medė l’esperienza di cittā dell’accoglienza attraverso la storia di Caterina Di Bella, presidente dell’associazione Co.sa.s., che ha svolto anche un instancabile lavoro di integrazione nella cittā sarda.Da Barcellona, centro cosmopolita della Catalogna in Spagna, in cui arte e architettura (rappresentate mirabilmente nella Sagrada Familia di Anton Gaudė) si coniugano a una sostenibile mobilitā metropolitana e portuale, verrā lo storico Antoni Nicolau Martė.Salonicco, la storica cittā greca che si affaccia sull’Egeo con le sue contraddizioni e la fatica a rialzarsi da una crisi troppo lunga, sarā rappresentata da un altro storico, Vasilios Milios.Siracusa, con la voce di Vito Martelliano, ingegnere, esprimerā la sua vocazione di cittā inclusiva fin dall’antichitā e tanto pių nell’oggi della storia.Infine la cittā di Livorno, anch’essa in uscita dai due anni della pandemia e impegnata a rialzarsi dalle difficoltā, avrā la voce della professoressa Lucia Frattarelli Fischer.Alle tavole rotonde prenderanno parte anche due testimoni provenienti da Egitto (Alessandria) e Pakistan e che vivono ora in Toscana: Mohammed Abou El Ela e Waheed Nasir.