Italia
Mcl, i primi 40 anni da vivere con il Papa
di Simone Pitossi
Il 19 maggio il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) sarà in udienza dal Papa. L’occasione: i 40 anni del movimento. Ma durante l’incontro ci sarà anche un momento particolare, dedicato alla cooperazione con la Terra Santa. I responsabili Mcl consegneranno simbolicamente a Benedetto XVI le chiavi delle case per le giovani coppie costruite a Gerusalemme con il contributo del movimento. Dalla Toscana arriverà in San Pietro una presenza molto significativa: oltre 2 mila associati con una grande carovana di pulman. Diva Gonfiantini è la presidente regionale Mcl. «Si tratta di una udienza speciale e riservata ci spiega che è stata concessa nell’ambito degli appuntamenti organizzati per ricordare i 40 anni di vita del Mcl. Ed è certamente l’evento più significativo. Un appuntamento che segna in maniera concreta la particolare vicinanza del movimento ai pontefici che si sono succeduti in questi quarant’anni e quella fedeltà al Magistero che contraddistingue il nostro Statuto e la stessa vita associativa».
Quali sono i precedenti incontri con Paolo VI e Giovanni Paolo II?
«Ricordiamo Paolo VI il cui particolare affetto, soprattutto negli anni difficili dell’inizio, ci è stato testimoniato anche dal cardinale Re al nostro ultimo Congresso Nazionale. Poi Giovanni Paolo II, con i numerosi incontri e quella storica visita che compì alla nostra sede nazionale nel 1983. Ora l’incontro con Benedetto XVI per rinsaldare un vincolo filiale e di devozione proprio a poche settimane dall’avvio dell’anno della Fede, caratterizzato dalla particolare responsabilità a cui il Santo Padre chiama i laici associati».
Che cosa racconterà l’Mcl al Papa? E cosa vi aspettate da Benedetto XVI?
«Le celebrazioni dei 40 anni del nostro Movimento sono tutte orientate a riscoprire il senso della nostra storia, a ridefinire i progetti del futuro e a rimodulare quanto serve per continuare ad essere il riferimento per l’uomo che lavora. È importante non sciupare le motivazioni che emergono dal nostro interrogarci, a non frenare il cammino che ci spinge verso la società alla quale dobbiame proporre una testimonianza di speranza. Ma è altrettanto importante e basilare dare la luce alle nostre radici cristiane, che ci hanno consentito di essere negli anni, nella Chiesa e per la Chiesa, un Movimento ecclesiale. Queste le motivazioni che ci portano dal Papa. Sarà un modo per confermare la nostra fedeltà al magistero e al magistero sociale, alla base del nostro agirte, richiamo costante per le nostre scelte quotidiane. Andare dal Papa sarà un momento importante. Sarà un momento di ascolto, per essere poi confronto che quanto ci dirà è ridisegnare i nuovi progetti del nostro futuro. E soprattutto diremo grazie al Papa per la sua splendida missione pastorale».
Qual è il bilancio di questi primi 40 anni di vita del movimento in Italia e, soprattutto, in Toscana?
«Il bilancio, possiamo dirlo, è buono. Siamo molto cresciuti e non solo numericamente: in Toscana siamo 355 circoli con 40 mila iscritti. I nostri circoli sono una forza socialmente e culturalmente molto significativa che serve a dare un grande apporto per ricostruire il tessuto dei valori. Luoghi in cui ci comunica, luoghi dove le persone possono incontrarsi, parlare, coltivare interessi comuni, organizzare momenti ricreativi e di festa. Nel Circolo si affronta, in una logica di solidarietà e anche grazie ai nostri servizi (Patronato, Caf, Associazione Lavoratori Stranieri), i numerosi problemi della famiglia, del lavoro, degli emigrati, della vita di tutti i giorni. Si discute dei problemi reali del territorio e della comunità locale. Si dibatte e si approfondisce le tematiche sociali e politiche, si consolida non ci stancheremo mai di dirlo ai nostri presidenti la proprio formazione culturale e spirituale».
L’udienza sarà anche l’occasione per consegnare al Papa le chiavi per le giovani coppie costruite a Gerusalemme. Perché questa iniziativa?
«Per celebrare al meglio i nostri 40 anni abbiamo voluto fare un’azione che rimanesse nel tempo. Un progetto per Gerusalemme. Il progetto riguarda la costruzione di 80 alloggi per le giovani coppie, in particolare con figli, che decidano di restare a vivere e lavorare a Gerusalemme, evitando così di alimentare ulteriormente la lenta e costante diaspora dei cristiani che rischiano di lasciare la Terra Santa senza vita. Soprattutto evitare che Gerusalemme resti senza una presenza di una comunità cristiana. Abbiamo raggiunto l’obiettivo anche grazie a una raccolta straordinaria di contributi che ha visto l’impegno di tutti i circoli Mcl (con tombole, lotterie, cene). La prima parte del contributo stanziato fu donata a Sua Beatitudine Foud Twal, Patriarca di Gerusalemme, proprio qui a Firenze quando nel giugno scorso sua Eminenza è stato nostro ospite. E proprio Foud Twal ci accompagnerà all’udienza con il Papa. Questi alloggi in via di costruzione, sono stati visitati a marzo durante un pellegrinaggio in Terra Santa organizzato dalla sede nazionale Mcl. Proprio durante l’Udienza consegneremo simbolicamente a Benedetto XVI le chiavi degli appartamenti proprio in ricordo dei nostri 40 anni, come segno tangibile della visibilità della nostra fede. Perché come piace dire al nostro assistente nazionale mons. Francesco Rosso, citando San Giacomo: Tu mostrami la fede sempre con le opere, io con le opere ti mostro la mia fede».