La posizione dell’Unione Africana non è né costruttiva né positiva e non serve gli interessi superiori del popolo mauritano: con queste parole il generale Mohamed Ould Abdel Aziz, capo della giunta militare che il 6 agosto scorso ha preso il potere in Mauritania con un golpe, ha respinto la condanna arrivata nei giorni scorsi dal Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana (UA), che ha ufficialmente preteso il ritorno all’ordine costituzionale attraverso il reinsediamento incondizionato di Sidi Ould Cheikh Abdallahi, presidente della Repubblica islamica di Mauritania, nelle sue funzioni. Nel documento dell’Unione Africana si precisa che la giunta militare golpista dovrà restituire il potere al presidente deposto entro il 6 ottobre prossimo, mettendo in guardia gli autori del colpo di stato e i loro sostenitori civili dai rischi di sanzioni e di isolamento a cui vanno incontro qualora non rispondessero positivamente alle richieste. Su questo punto il capo della Giunta ha risposto definendo irrealistica e illogica la richiesta di reinsediare Abdallahi: non possiamo tornare al passato ( ) ormai è un ex-presidente. Nella risoluzione il Consiglio ha poi dichiarato nulle e prive di effetto tutte le misure di natura costituzionale, istituzionale e legislative adottate dalle autorità militari dopo il golpe del 6 agosto e chiede con effetto immediato agli stati membri dell’UA e alla comunità internazionale nel suo insieme di considerare illegali e illegittime tutte le azioni e le iniziative degli autori del colpo di stato. A sostegno delle posizioni della Giunta militare sono arrivate, puntuali, anche due dichiarazioni di condanna della risoluzione dell’Unione Africana dalla maggioranza parlamentare e dell’unione dei sindaci mauritani.Misna