Italia
Maturità, l’appello del vescovo: «Verso l’esame, senza superstizione»
di Caterina Guidi
C’è un modo diverso di sottolineare il fatidico momento dei cento giorni all’esame, un modo che va ben al di là delle cerimonie e dei riti di superstizione tanto usati nella nostra regione. Questo ha voluto ribadire l’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, invitando tutti gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori a vivere un momento di preghiera comunitaria, proprio la mattina di martedì 17 marzo.
Così, nel giorno in cui inizia il conto alla rovescia verso le prove scritte, la cattedrale di Pisa non sarà solo il luogo di ritrovo per rituali scaramantici: alle ore 10 gli studenti potranno riunirsi nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera. Rivolgendosi ai ragazzi con una lettera, Benotto ha insistito sull’importanza dell’esame che conclude la carriera scolastica: «non si tratta più da ora in avanti – anche per chi continuerà gli studi – semplicemente di andare a scuola, ma di entrare – e spesso in maniera davvero determinante – in un alveo di vita che potrà segnare definitivamente la vostra esistenza».
L’iniziativa è nuova per la città; prendendo spunto da un’abitudine avviata nella diocesi di Tivoli, monsignor Benotto ha voluto lanciare questa idea a Pisa, una delle città dove la scaramanzia dei cento giorni all’esame è più profondamente radicata. È ormai consuetudine infatti prendersi una mattinata di vacanza e percorrere anche molti chilometri in treno o in macchina per raggiungere la piazza dei Miracoli: vengono un po’ da tutta la Toscana e perfino dalla Liguria, con l’intenzione di toccare una famosa lucertolina in bronzo, parte della ricca decorazione del portale maggiore del Duomo. Questa usanza pluriennale ha però provocato l’usura della famosa lucertolina; così da qualche anno l’Opera primaziale ha deciso di limitare l’accesso al portale, mettendo delle transenne e rinforzando i controlli. Questo non scoraggia i ragazzi, che riempiono la piazza dei Miracoli e si scatenano in vari riti: fare un tot di giri di corsa attorno al Battistero, percorrere il perimetro della chiesa a zoppetto, baciare cento persone ecc.
Ci sono anche altre mete classiche nella nostra regione: il santuario della Madonna di Montenero, vicino a Livorno, è uno di questi: qui si accende un cero e si tenta di salire la scalinata in ginocchio. C’è chi invece preferisce raggiungere il mare, da Massa fino alla costa nei dintorni di Grosseto, per gettare del sale in acqua e scrivere il voto desiderato sulla sabbia finché le onde non se lo portano via.
Quanto queste cose facciano parte del semplice folklore e quanto invece i ragazzi siano veramente superstiziosi e difficile dirlo. Da un’indagine condotta fra gli studenti delle quinte di un istituto professionale di Pisa, emerge che poco più del 22% degli intervistati non legge mai oroscopi e simili; il 24% sono quelli che invece credono nell’astrologia, e ben 53% legge gli oroscopi pur senza prestar loro fede, per divertimento. «Sicuramente l’affidamento al Signore e alla Madonna – ha continuato Benotto invitando i diplomandi al momento di preghiera – potrà valere molto di più di certi riti scaramantici, assai lontani dal vero senso della piena maturità. Maturità umana; maturità spirituale; maturità di fede, di conoscenza e di scienza; maturità nelle relazioni interpersonali e comunitarie; maturità nell’amore e nel dono di sé a Dio e ai fratelli; maturità negli affetti e nei sentimenti: sfaccettature diverse dell’unica pienezza di vita che è la maturità che possiamo imparare a vivere, cercando di assomigliare sempre più alla piena statura di Cristo Signore. Questa è la maturità che auspico con affetto per tutti».