Vita Chiesa
Matrimoni, se la crisi nasce dalla chiusura alla vita
di Andrea Cuminatto
Si è svolto lunedì 6 giugno al Convitto della Calza a Firenze il «Dies Annualis» del Tribunale Ecclesiastico Regionale Etrusco, l’annuale giornata di incontro sull’attività svolta dal Tribunale nell’anno appena trascorso. Il Tribunale ecclesiastico è un organo della Chiesa deputato all’amministrazione della giustizia attraverso l’applicazione del diritto in rapporto alla conoscenza e trattazione delle cause di nullità matrimoniali, per le quali solo il suddetto Tribunale è competente. In particolare è sede di prima istanza competente per le arcidiocesi e diocesi della Toscana e sede di seconda istanza per i Tribunali di Umbria e Marche.
Nel corso della giornata – introdotta dall’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, Moderatore del Tribunale ecclesiastico regionale – il Vicario Giudiziale monsignor Gino Biagini ha esposto la relazione sull’attività del tribunale nell’anno 2010, mentre il cardinale Raymond Leo Burke – Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica – ha tenuto una prolusione sul tema «Il vescovo, moderatore del tribunale ecclesiastico».
Per quanto riguarda l’attività pratica del Tribunale, nel 2010 sono state registrate 497 cause – di cui 350 cause residue del 2009 e 147 nuove – e di queste ne sono state chiuse durante l’anno 129. Se c’è stato un calo nelle cause concluse durante il 2010 rispetto all’anno precedente, monsignor Biagini fa notare come abbia inciso su questo aspetto anche il trasloco della sede del tribunale, che ha causato disagi e rallentamenti nei primi mesi dell’anno passato. Un alto dato importante uscito dalla relazione del Vicario Giudiziale è che nel 2010 sono state introdotte 147 cause, contro le 167 del 2009 – registrando quindi una contenuta flessione – e come anche nel 2008 ne erano state introdotte 147. «Le evidenti oscillazioni del numero delle cause introdotte in prima istanza negli ultimi 10 anni – spiega mons. Biagini – si possono prestare a varie interpretazioni, ma sembra che esse indichino un andamento complessivo elasticamente costante per la Regione ecclesiastica, con una probabile tendenza ad assestarsi intorno a quantità più contenute, andamento sul quale si potrebbe utilmente riflettere allargando la considerazione ad altri dati significativi, come quelli riguardanti il numero di matrimoni celebrati nelle singole diocesi».
Come si nota bene dalle tabelle presenti nel libretto del Dies Annualis, Firenze, Pisa, Pistoia e Lucca sono le quattro diocesi con il maggior numero di cause aperte, e i capi di nullità più accusati sono le simulazioni parziali per esclusione del bene della prole e dell’indissolubilità del vincolo matrimoniale, seguiti dall’incapacità per grave difetto di discrezione di giudizio e dall’incapacità ad assumere gli oneri essenziali del matrimonio. «Anche questi dati sulla ricorrenza dei capi di nullità maggiormente accusati – continua Biagini – possono prestarsi a considerazioni che attengono direttamente la sollecitudine pastorale delle nostre Chiese Particolari e l’impegno per un’accurata, attenta formazione delle coscienze di coloro che decidono di guardare all’ideale del matrimonio sacramentale cristiano».
Infine è risultato come i dati presentati potrebbero sottolineare l’aspetto dell’unione matrimoniale che oggi sembra apparire più in crisi, o che viene negato in rapporto alla prospettiva di una solida comunione di vita coniugale, vale a dire una certa chiusura alla vita. C’è quindi il rischio evidente di uno svilimento di uno dei fini primari e naturali del matrimonio in quanto generazione ed educazione della prole, oltre che impegno preso per sempre.