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Matrimoni gay, primo sì in Francia. Bagnasco: «Siamo vicini al baratro»
"Siamo vicino al baratro". Lo ha affermato l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, commentando l'approvazione in Francia del primo articolo della legge per l'istituzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Il cardinale ne ha parlato al suo arrivo al convegno “Famiglia, risorsa per la chiesa e per la società” che si è svolto ieri sera nel capoluogo ligure. L’incontro, organizzato dall’Azione Cattolica, è stato l’ottavo dei sedici convegni regionali promossi in preparazione alla Settimana sociale dei cattolici italiani.
L’Europa ha dimenticato le proprie radici. “L’Europa – ha affermato il cardinale – ha dimenticato le proprie radici cristiane, le radici della propria cultura e della propria civiltà. Volendo sistematicamente eliminare la religione dal proprio orizzonte crede di conquistare delle libertà nuove, delle autonomie sconosciute”. Però “molti paesi europei che hanno ormai varato leggi sbagliate sulla vita, sulla famiglia, sulla libertà stanno dimostrando che non acquistano in termini di una civiltà più umana e solidale ma semmai più individualista e più regressiva”. Per questo, “dovremmo noi italiani, il nostro Paese, prendere esempio da queste situazioni e da questi esiti estremamente pericolosi per non seguirne le orme”.
Lo Stato non fonda la famiglia. Deve riconoscerla. Ha quindi ricordato che “la famiglia, fondata dall’unione di un uomo e una donna che si legano nel patto dell’amore attraverso il matrimonio e sono aperti alla vita, è la cellula fondativa della società perché lì viene assicurato il futuro delle generazione e viene assicurata la prima palestra dell’educazione e della formazione della persona”. La famiglia, ha spiegato, “è una scuola insostituibile”. Il cardinale ha poi ricordato che “è esperienza universale che la famiglia non è un qualcosa che lo Stato o l’autorità abbia mai inventato” semmai “lo Stato ha sempre riconosciuto questa realtà, questo valore etico, spirituale, e culturale della famiglia come la nostra Costituzione molto bene riconosce”. Nella nostra società, ha detto ancora il cardinale, siamo di fronte ad “una inversione per cui la grande capacità di fare che l’uomo ha assunto grazie alla tecnica – questo è in sé un dato positivo – sta diventando la volontà, la pretesa di fare sé stesso”. Ma “quando l’uomo, dal poter fare grazie alla scienza, alla tecnica e alla ricerca, pretende poi di fare sé stesso a piacimento, vuol dire che siamo vicino al baratro”.
Adozioni per coppie omosessuali? Si apre una breccia. A chi gli ha chiesto se dal matrimonio omosessuale si possa poi passare all’adozione da parte delle coppie omosessuali, il cardinale ha risposto: “Basta guardare gli esempi che ci sono nei Paesi dove tutto questo già esiste. È un fatto inevitabile. Si apre una breccia e, prima o dopo, si allarga fino alla omologazione generale, totale”. Si tratta – ha concluso – di “un progetto, una intenzione, un piano che è presente nella mente di molti solo che, a volte, non si dice per strategia o tattica”.