Opinioni & Commenti

Massoneria e trasparenza

Sul dibattito che si è aperto in Regione sulla modifica della Legge 68 del 1983 e sullo Statuto del Comune di Firenze in merito al dovere degli eletti di dichiarare l’appartenenza ad associazioni e movimenti d’ogni genere, vogliamo ricordare che è assolutamente fondamentale il rispetto dell’art. 18 della Costituzione della Repubblica Italiana: «I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare».

Anche per la Regione Toscana e il Comune di Firenze deve valere il dettato costituzionale. Nessuno può pensare che la libertà di associazione possa essere avvolta nella riservatezza e nella segretezza. Non lo può pretendere soprattutto chi liberamente, per sua scelta, si candida per un seggio in un’assemblea elettiva.

Gli eletti dal popolo devono essere ed apparire al di sopra di ogni condizionamento da parte di associazioni o movimenti o gruppi di pressione che agiscono in modo segreto o riservato contraddicendo il principio della trasparenza che rappresenta il buongoverno e il prestigio delle assemblee elettive che sono al servizio delle comunità che esse rappresentano. Per questa ragione gli eletti non possono nascondere nulla al popolo che, pro-tempore, essi amministrano o governano.

La legge stabilisce che tutti gli eletti debbano rendere nota la loro dichiarazione dei redditi. A maggior ragione, senza discriminazione alcuna, sarebbe assurdo, che, come è stato proposto in consiglio regionale e in consiglio comunale si abolisse il dovere di dichiarare le associazioni a cui si appartiene e che si consentisse agli eletti nelle istituzioni locali e nazionali e ai funzionari pubblici, che hanno un notevole potere di gestione, di potersi associare in movimenti che fanno della segretezza o della riservatezza una condizione fondamentale per un uso particolare del potere a vantaggio dei propri associati.

L’avere servito, due di noi, nella giunta comunale di Firenze con il Sindaco Lando Conti, repubblicano, massone dichiarato, vittima delle Brigate Rosse, testimonia che nessuna discriminazione può essere fatta nei confronti di chi si comporta in modo leale e trasparente verso le istituzioni repubblicane e come rendendo pubblica ogni appartenenza associativa si può ben conciliare le proprie convinzioni e il servizio ai cittadini.Enzo Pezzatigià Presidente del Consiglio Regionale della ToscanaGiovanni Pallantigià Vice-Sindaco di FirenzeMarcello Masottigià Assessore al Comune di Firenze

Se il massone è in consiglio e non si dichiara