Toscana

MARTEDÌ IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA DELLA PACE A 40 ANNI DALLA «PACEM IN TERRIS»

Sarà presentato martedì 17 dicembre in Sala stampa vaticana il Messaggio di Giovanni Paolo II per la XXXVI Giornata mondiale della Pace, che si celebrerà il 1° gennaio 2003 sul tema “Pacem in Terris: impegno permanente”. Interverranno alla conferenza stampa il presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace, mons. Raffaele Martino, insieme con mons. Giampaolo Crepaldi e mons. Frank J, Dewane, rispettivamente segretario e sottosegretario del citato dicastero. Istituita nel 1967 da Paolo VI come “celebrazione corale” di “tutti i veri amici della pace” da tenersi “il primo giorno dell’anno civile”, l’edizione 2003 avrà come punto di riferimento l’enciclica “Pacem in terris” di Giovanni XXIII.

Pubblicata l’11 aprile 1963, a poche settimane dalla morte di papa Roncalli, la “Pacem in terris”, lettera enciclica “sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà”, come recita il sottotitolo, è dedicata alla pace tra i popoli, possibile “solo nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio”, e porta a compimento una riflessione sviluppata a lungo da Giovanni XXIII, anche in occasione di significative crisi mondiali. La sua figura, infatti, aveva contrassegnato, la breve fase di distensione internazionale e di nuovi orizzonti di pace espressa nel nuovo dialogo tra Usa e Urss nell’era di Kennedy e Kruscev.

L’enciclica, indirizzata “a tutti gli uomini di buona volontà” e considerata il culmine del magistero giovanneo, ebbe vasta e immediata risonanza in tutto il mondo. Diritti umani, tutela delle minoranze, equa distribuzione delle risorse, disarmo, necessità che i rapporti tra gli Stati si regolino nella verità e secondo giustizia e solidarietà per “l’attuazione del bene comune universale”: questi i principali temi affrontati dal Papa. Innovativa per l’acuta lettura dei “segni dei tempi”, tra cui “l’ascesa economico-sociale delle classi lavoratrici” e “l’ingresso della donna nella vita pubblica”, nonché per l’introduzione della distinzione tra “errore” ed “errante” e tra “false dottrine” e movimenti politici e sociali ad esse ispirati, l’enciclica esprime l’apertura al dialogo con il mondo e il sostegno di Giovanni XXIII alla collaborazione tra cattolici e non in favore della pace e della giustizia.Sir