Cultura & Società

MARIO LUZI: MANOSCRITTI, LIBRI E ARTE A CONSIGLIO TOSCANA AD UN ANNO DALLA MORTE

Libri, carteggi, lettere, manoscritti inediti del grande poeta fiorentino Mario Luzi, scomparso il 28 febbraio 2005 ma anche alcuni quadri e qualche scultura, appartenuti al poeta, entreranno presto a far parte del patrimonio culturale della Toscana, attraverso il Consiglio regionale, il Gabinetto Vieusseux e il Comune di Pienza (Siena). Tutto ciò sarà possibile grazie ad un accordo tra la famiglia Luzi e il presidente dell’assemblea legislativa. Una sala dei palazzi del Consiglio regionale ospiterà i ‘tesori’ del grande poeta fiorentino. Per Riccardo Nencini, “dedicare una sala a Luzi è il nostro modo, da fiorentini e da toscani, per celebrare l’ anniversario della sua morte, per ricordare la vastità della sua opera che lo ha reso un poeta emblematico di più stagioni e per far sì che il suo patrimonio continui a vivere e ci accompagni nella memoria”.

L’idea di questo progetto è nata dal figlio di Luzi, Gianni, per consentire alla Toscana di onorare suo padre per quello che è stato nei 90 anni di vita, negli oltre 70 di percorso artistico, e di farlo in modo ‘vivo’ e propulsivo per le giovani generazioni. Il progetto coinvolge il Consiglio regionale, il Comune di Firenze attraverso il Gabinetto Vieusseux, il comune di Pienza attraverso il Centro studi ‘La barca’ di Pienza.

A Pienza, città che lo ha ospitato e cullato per oltre 20 anni, Luzi decise di donare i suoi libri (già più di diecimila volumi sono nella biblioteca insieme a carteggi e manoscritti) ma migliaia di altri volumi e scritti si trovano nella casa fiorentina dove vive la vedova Elena. “Ritengo di rendere questo patrimonio disponibile al pubblico in modi diversi – ha sottolineato Gianni Luzi -: mantenere il ruolo di Pienza, specializzandolo sull’aspetto mediatico, assegnare come per statuto il ruolo documentale – scientifico al Vieusseux e garantire un luogo molto frequentato, come il consiglio regionale, come asse celebrativo”.

Per quanto riguarda le opere artistiche che saranno donate, Luzi ha sottolineato che “mio padre ha vissuto il suo tempo non solo come ‘spettatore’. Dalle sue scherzose sperimentazioni pittoriche e grafiche (Marilù era la sua firma), alla frequentazione di pittori e scultori nei loro studi, autentiche fucine di idee e centri di discussione ed elaborazione, nonché sedi di partite di scopone scientifico accanitissime. Cito solo Rosai ma anche Caponi, Marcucci, Carena, Venturi e poi Loffredo, Piccolo Lupica, Cascella, Bolano”. “In questo suo percorso – ricorda ancora Luzi – mio padre è entrato in possesso di numerose opere ed è stato oggetto di molti ritratti sia seriosi che caricaturali. Tutto ciò è una importante testimonianza dell’espressione artistica in Toscana nel periodo e di come lui vi abbia partecipato”. (ANSA).