Cultura & Società
Marino Bartoletti: “Così Sanremo scippò il Festival a Viareggio”

Forlivese trapiantato a Bologna, ci assicura di seguire sempre il calcio «con grande amore a cominciare dalla Nazionale dove c’è Roberto Mancini, un amico vero, quasi un figliolo per cui faccio il tifo come forse non ho mai fatto per nessun commissario tecnico». Ma oggi è con noi per parlare del Festival, in attesa che dal 2 al 6 marzo rientri nelle nostre case, di nuovo con la conduzione di Amadeus.
Il periodo migliore e la canzone più bella di sempre, ovviamente come tuo giudizio personale…
«Per quanto mi riguarda il periodo migliore non può che essere quello degli anni ‘60, quelli della mia adolescenza. A Sanremo dal ‘64 in poi arrivano tutti i più grandi cantanti stranieri fino a Luis Armstrong e a Steve Wonder, fuorché i Beatles ed Elvis Presley: furono anni di esplosione vera. Quanto alla canzone più bella, la mia è “Io che non vivo senza te” di Pino Donaggio nel 1965, che mi rappresenta in tanti modi, la canzone della mia vita».