Siamo preoccupati non solo per il futuro dei giornali nostri associati, ma per la libertà di informazione nel nostro Paese. Così Francesco Zanotti, presidente della Fisc, Federazione italiana settimanali cattolici (189 testate per circa un milione di copie settimana) esprime al Sir il suo pensiero sul comma 3 dell’articolo 29 della Manovra del governo Monti che prevede la cessazione del sistema di contribuzione diretta prevista dalla legge 250 del 1990 alla data del 31 dicembre 2014, con riferimento alla gestione 2013. Inoltre il governo ha deciso di rivedere il regolamento emanato lo scorso anno per “una più rigorosa selezione dell’accesso alle risorse”. Il governo aggiunge Francesco Zanotti -ha adottato provvedimenti di rigore, che anche la Fisc ha sempre auspicato. Manca però ancora un’applicazione più rigorosa dell’equità, da noi invocata in ogni occasione e più volte richiamata dallo stesso esecutivo assieme alla crescita. Non si scorgono all’orizzonte novità sostanziali in questo senso, se non una rivisitazione dei criteri di assegnazione dei fondi recuperati per via dell’applicazione di una stretta per l’accesso alla contribuzione pubblica.Il richiamo alla ristrutturazione delle aziende, all’innovazione tecnologica, al contenimento delle materie prime e all’informatizzazione della rete distributiva aggiunge il presidente della Fisc – se da un lato va visto come sostegno alla crescita del settore, dall’altro lato potrebbe favorire il drenaggio di risorse a scapito del pluralismo informativo, specie quello che dà voce al territorio. Siamo del tutto consapevoli dell’attuale drammatica congiuntura che investe l’Italia e l’Europa, ma afferma Francesco Zanotti – ciò non ci impedisce di vedere i rischi che sta correndo il sistema dell’informazione. I contributi all’editoria non sono una regalia dello Stato, ma sono previsti da una legge come un correttivo al mercato che altrimenti resta appannaggio di pochi grandi network nazionali. Il presidente della Fisc evidenzia che costringendo alla chiusura diverse testate giornalistiche, saranno centinaia i posti di lavoro in pericolo, solo considerando i periodici Fisc. Ci sono poi la realtà sociale e culturale del territorio che rimarrebbe senza voce e un’esperienza di formazione professionale con le nuove generazioni, un’esperienza che da oltre un secolo trova nei settimanali cattolici locali il luogo dove crescere nella professione giornalistica. (Sir)