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Manovra: Conte, «nostra politica economica più orientata alla crescita che all’austerità»

In sede europea «spiegheremo che non abbiamo accolto le loro raccomandazioni in materia di aggiustamento strutturale perché non compatibili con lo stato congiunturale della nostra economia e con il nostro disegno di politica economica più orientato alla crescita che non all’austerità». Così il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, a Montecitorio per l’informativa urgente sulle valutazioni della Commissione europea in relazione alla manovra di bilancio per il 2019.

Nel suo intervento, il premier ha spiegato che «l’impulso alla crescita sarà anche assicurato da una strategia integrata che punta sulla ripresa della produttività attraverso l’accumulazione di capitale. Al centro del progetto ci sono gli investimenti pubblici che devono essere concepiti come strumento per favorire e incoraggiare quelli privati». «Un aumento del reddito potenziale – ha proseguito – sarà garantito dal recupero alle forze lavoro di ampi settori della popolazione attualmente emarginati dalla vita sociale ed economica a causa di politiche di austerità protratte per troppi anni». A ciò si aggiungerà un «ringiovanimento della forza lavoro«e «un aumento complessivo della sua produttività garantito dal ricambio generazionale a seguito dell’intervento sulle regole del pensionamento».Conte ha poi garantito che «ribadiremo che il governo ha già messo in campo azioni finalizzate a favorire una rapida discesa del debito, attraverso la dismissione di asset che ovviamente non siano strategici già nel 2019 per un valore pari a circa l’1% del Pil». Inoltre, «ribadiremo che il governo ha già previsto strumenti di stretto monitoraggio con cadenza anche infraannuale della spesa allo scopo di garantire il rispetto assoluto del rapporto deficit/Pil nell’anno prossimo».«Argomenteremo inoltre – ha sottolineato il presidente del Consiglio – come alcune di queste azioni sono perfettamente in linea con le raccomandazioni del 13 luglio 2018 pervenuteci dal medesimo Ecofin».

Conte ha poi annunciato che «nel caso in cui l’Ecofin dovesse decidere di aderire alla raccomandazione della Commissione Ue chiederemo tempi di attuazione molto distesi. Questo spazio temporale ci tronerà utile a consentire alla manovra economica di produrre i suoi effetti sulla crescita e grazie a questo di ridurre il debito pubblico».

Nel suo intervento, il premier ha ricordato che «l’opinione espressa dalla Commissione Ue il 21 novembre dev’essere sottoposta per una discussione e un esame alla riunione del comitato economico e finanziario (Ecofin) che formula un parere entro 2 settimane». Conte ha percorso tutti i passi previsti dalla procedura d’infrazione e ha spiegato che «la prima opportunità offerta per intervenire nella procedura è quella relativa alla controdeduzioni che il governo potrà formulare a beneficio dell’Ecofin in merito alla raccomandazione della Commissione». «Ci riserviamo di predisporre una replica ben articolata ed esaustiva – ha anticipato – allo scopo di illustrare i programmi e le misure che il Governo ha adottato e che ha intenzione di adottare».

Nell’interlocuzione a livello europeo, ha garantito il premier «ribadiremo e puntualizzeremo gli effetti della manovra sulla crescita». «Miriamo all’accelerazione degli investimenti e – ha proseguito – alla possibile rimodulazione di alcuni interventi previsti dalla Legge di bilancio se dal confronto parlamentare dovessero emergere indicazioni che possano accrescere gli effetti positivi delle misure da noi proposte sulla crescita senza ovviamente alterarne ratio e contenuti».

Conte ha poi parlato dei decreti ormai pronti per gli investimenti: da un lato «circa 36 miliardi del Fondo degli investimento e lo sviluppo infrastrutturale del Paese«mentre «sono sufficienti poco più di 900 milioni per garantire dalle nostre previsioni la messa in opera di infrastrutture del valore di quasi 2 miliardi di euro». «L’effetto sull’economia di questi interventi sarebbe immediato», ha assicurato, spiegando che «tra gli interventi che assumono una priorità assoluta sono quelli contro il dissesto idrogeologico«per i quali «le spese dovranno essere considerate nel quadro delle regole di flessibilità già previste dalla normativa europea».