(ASCA) -La scure sugli amministratori locali, tagli ai ministeri e ai governi del territorio, ritorno della Robin Tax, contributo di solidarietà, stretta sull’evasione. Ma anche liberalizzazioni e privatizzazioni. La manovra anticrisi poggia in larga parte sui tagli alla spesa pubblica e con le misure aggiuntive approvate dal governo la correzione dei conti pubblici sale a 25,5 miliardi nel 2012 e sfiora i 50 miliardi nel 2013 per raggiungere l’agognato pareggio di bilancio. Considerando gli interventi della manovra di luglio si tratta di una correzione da oltre 90 miliardi di euro da qui al 2013. I ministri dell’economia, Giulio Tremonti, della semplificazione, Roberto Calderoli e del lavoro Maurizio Sacconi, presentano a Palazzo Chigi i dettagli della maxi-manovra, sottolineano il rigore e l’equità degli interventi che non hanno alternative. Ho fatto tutto in coscienza di fare il bene per il mio paese sintetizza il responsabile dell’economia che definisce poi saggia la scelta di non ricorrere alla fiducia preventiva sul decreto che approderà alle commissioni bilancio e affari costituzionali del Senato il 22 agosto e in aula il 5-6 settembre. Costi della politica. Il premier l’aveva detto: Aggrediremo i costi della politica. La manovra di correzione si abbatte sull’esercito degli amministratori locali. L’intervento su province (spariranno quelle con meno di 300 mila abitanti) e comuni (accorpamento di quelli con meno di mille abitanti) genererà un impatto di 8,5 miliardi l’anno. Sono oltre 54 mila le poltrone politiche elettive che saranno eliminate, sottolinea il ministro Calderoli precisando che a inizio legislatura i governi del territorio esprimevano circa 140 mila amministratori che scenderanno a meno di 87 mila. Inoltre scatterà l’incompatibilità tra il mandato parlamentare e gli incarichi pubblici (e un taglio del 50% dell’indennità se il parlamentare continua a esercitare la professione), mentre tutti gli eletti e i dipendenti dello Stato saranno costretti a volare in classe economica. Enti locali e ministeri. Per loro la nuova manovra sarà un boccone amarissimo da digerire, con altri 9,5 miliardi di tagli nel biennio 2012-13, che si aggiungono a quelli già pesanti decisi nel 2010 e tre settimane fa. Nel solo 2012 ci saranno minori trasferimenti ai Comuni per 1,7 miliardi, per 700 milioni alle Province, per 3,6 miliardi alle Regioni (2 solo per quelle a statuto speciale). in totale 6 miliardi nel 2012 che potranno scendere a 5 in base al funzionamento della Robin Tax. Con il decreto sarà tuttavia anticipato al 2012 l’avvio del federalismo fiscale, che consentirà ai Comuni di rimpinguare le casse con la nuova Imposta municipale unica. Regioni ed enti locali saranno poi chiamati a liberalizzare ed eventualmente privatizzare i servizi pubblici. Anche sui ministeri si abbatterà un’altra stangata. Per il 2012 sono previsti 6 miliardi di tagli ulteriori (5 se funzionerà la Robin Hood Tax), cui se ne aggiungeranno altri 2,5 nel 2013. Il dereto poi prevede la soppressione di tutti gli enti con meno di 70 addetti. Assistenza e previdenza. La delega per la riforma dell’assistenza sociale e del fiscosarà anticipata al 2011 e dispiegherà i suoi effetti già nel 2012 (con un risparmio di 4 miliardi, che saliranno a 17 nel 2013): sarà messo a punto un nuovo indicatore di bisogno più severo per l’accesso alle prestazioni dell’Inps, poi saranno rivisti i criteri per le pensioni di invalidità e gli assegni di reversibilità. Se non dovesse aver successo la riforma dell’assistenza, i 17 miliardi arriveranno da un taglio di pari entità di tutte le agevolazioni, deduzioni e detrazioni fiscali. Contributo solidarietà. Addizionale del 5% per i redditi sopra i 90 mila euro e del 10% per quelli oltre i 150 mila. Tremonti ha precisato che l’importo è deducibile e plafonato e riguarda tutti i contribuenti. Contstualmente viene eliminato il taglio del 10% sugli stipendi nella pubblica amministrazione. Il ministro dell’economia ha poi precisato che per i parlamentari l’addizionale praticamente raddoppia. Fisco. La manovra reintroduce la Robin Tax sul settore energetico e Tremonti stima un gettito di 2 miliardi di euro. Aumento delle accise sui tabacchi, interventi sui giochi e scommesse, revisione studi di settore, tracciabilità dei pagamenti garantiranno un altro miliardo di gettito. Pubblico Impiego. Viene estesa la finestra per il pensionamento anche alla scuola che ne era rimasta esclusa. L’erogazione della indennita di liquidazione verrà fatta slittare a 24 mesi se il dipendente cessa il lavoro in anticpo rispetto alla pensione di vecchiaia, altrimenti rimane il tempo di sei mesi. Il decreto abolisce poi premi e promozioni nel pubblico impiego nell’ultima parte della vita lavorativa. Sulla tredicesima ai dipendenti pubblici, non sarà tagliata ma potrà essere rinviata se non vengono centrati gli obiettivi di contenimento della spesa. Lavoro. L’articolo 18 non è stato toccato assicura il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, che sottolinea l’introduzione del reato di caporalato e norme per fermare l’abuso dei tirocini. Liberalizzazioni e privatizzazioni. la manovra recepisce i suggerimenti della Bce per aprire i mercati e privatizzare. Il grosso riguarda i governi locali (oltre 5 mila le società controllate dagli enti locali secondo la mappa realizzata da Unioncamere). Il decreto introduce incentivi per gli enti locali che collocano sui mercati le municipalizzate. tremonti annuncia anche che stiamo studiando ipotesi di privatizzazione ma non aggiunge dettagli alla domanda se Poste Italiane possano essere uno degli asset da dismettere.