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MAMMA EBE, MONS. BIANCHI: SOFFERENZA PER IL COINVOLGIMENTO DI UN PRETE

Pistoia, 16 giugno 2010 – “Acuta sofferenza per il coinvolgimento di un sacerdote diocesano nella vicenda di mamma Ebe, rispetto e fiducia nel lavoro della Magistratura a cui forniamo e forniremo tutta la collaborazione dovuta, sincera richiesta di perdono a tutti coloro che si sono sentiti scandalizzati e turbati per comportamenti sbagliati di un nostro sacerdote”. Così – da Santiago di Compostela, dove si trova in questi giorni con gli altri vescovi toscani in occasione della riunione itinerante della Conferenza Episcopale – il vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi che conferma la notizia del coinvolgimento di un sacerdote diocesano nella vicenda di Gigliola Giorgini, più nota come “la santona del San Baronto”.“Da tempo sia il vicario generale della diocesi sia, anche in forma scritta, il vescovo – prosegue mons. Bianchi – avevano intimato al sacerdote di non avere rapporti con la Giorgini. Di fronte alle assicurazioni del sacerdote che tali rapporti non esistevano, non sono mancate le nostre ripetute insistenze e le nostre ferme raccomandazioni. Pur dovendo valutare che, in questo specifico caso, i condizionamenti culturali possono aver avuto il loro peso, la Chiesa pistoiese non poteva certo tollerare simili frequentazioni del tutto estranee alle ragioni di una fede autentica e matura. Ricordo anche – prosegue mons. Bianchi – che sul caso della Giorgini sia il mio predecessore che il sottoscritto siamo stati, ripetutamente, molto chiari nel ribadire la totale estraneità della Chiesa a certe pratiche di pura superstizione e sulle quali anche la giustizia umana è, nel tempo, intervenuta con la dovuta chiarezza. Io stesso, nella dichiarazione del febbraio 2007, ho messo in guardia dal non frequentare gli ambienti legati alla Giorgini ribadendo la totale estraneità della Chiesa”.Sempre a proposito del sacerdote indagato, il vescovo Bianchi precisa che “è stato immediatamente invitato a lasciare la sua parrocchia. Sul suo caso forniremo la massima collaborazione alle autorità civili – prosegue Bianchi – e voglio davvero sperare che la sua collaborazione con la Giorgini sia stata, almeno nelle intenzioni, motivata da una sorta di ingenua buona fede nel fare del bene ai bisognosi e non certo da altre cause”.“Da un punto di vista ecclesiale – conclude il vescovo di Pistoia – questa brutta vicenda può servire per aiutare, in tutti, la riflessione sulla vera natura di un fede matura in Gesù Cristo. Ciarlatani e furbacchioni, stregoni e fattucchiere hanno sempre abitato il mondo e, incredibilmente ma fino a un certo punto, lo abitano anche oggi nell’epoca della post secolarizzazione; sono fra i nemici più subdoli del cristianesimo e sta a noi, comunità ecclesiali, riempire gli enormi vuoti di disperazione, le innumerevoli fragilità, le tante debolezze con una credibile testimonianza rispetto alla potenza del vero Salvatore, dell’unico guaritore: Gesù Cristo”.