Opinioni & Commenti
Mamma a 54 anni, lettera aperta a Gianna Nannini
di Umberto Folena
Gentile Gianna Nannini, del tuo figliolo bello e impossibile sappiamo dai rotocalchi. Tu, zitta. Saggiamente. Anche se qualcuno, pur di titillare la curiosità del lettore assuefatto al gossip, rivela che di una figliola si tratta, e si chiamerà Penelope; o forse due gemelli, e allora lui potrebbe essere Ulisse
Fai bene a startene zitta, ssst, per non alimentare il pissi-pissi e lasciare ai giornalisti dei rotocalchi più spazio alla loro inesauribile fantasia. Giornalismo creativo, chiamiamolo così. Fai benissimo a tenerti stretto il pancione senza aprir bocca. Però.
Però ci piacerebbe sapere perché. Perché sottoporti alla piccola tortura a cui ogni cinquantenne incinta deve sottoporsi? Il desiderio di maternità può lanciare assalti devastanti, irresistibili. Lo sappiamo. Ma c’è sempre l’atto d’amore sommo dell’adozione. Perché scartare quella prima, fondamentale opzione per forzare la natura, fin quasi a usarle violenza? Questo ci piacerebbe sapere. Certo, così l’esperienza della maternità è più completa e profonda. Sentire il figlio crescere dentro di sé o vederselo consegnare che già ti fissa negli occhi, sono due cose diverse. Due modi diversi di diventare madre. Ma nessuno è «superiore» all’altro. Soltanto diversi.
E poi ci piacerebbe rivolgerti un augurio. L’augurio di essere madre fino in fondo. Di poterti e saperti dedicare a lui o a lei, insomma a Ulisse o a Penelope, come ogni madre vorrebbe fare: a tempo pieno. A trent’anni hai l’ansia da carriera, mille sollecitazioni, cento desideri che s’incrociano e scontrano e turbano. A 54 anni è tutto molto diverso. Tuo figlio potrebbe avere la rara fortuna di una mamma che si prende cura di lui senza essere sballottato tra tate e nonne e zie e asili nido. Potrai cantargli cento canzoncine, la voce non ti manca di certo. Anzi, cantagliele già adesso, nascerà con un orecchio musicale. Un giorno ti ruberà la chitarra e tu sorriderai dei suoi tentativi di cavarcene fuori un suono.
Ti auguriamo di tenertelo stretto, con lo stesso riserbo di oggi, mamma fino in fondo, mamma senza sconti. Mamma che dona la vita, non mamma che la possiede. Chi la dona non se ne stanca mai. Chi vuole possederla, presto o tardi (di solito presto) se ne stanca e rifila il pacco, pardon, il bimbo a qualcun altro. Auguri, Gianna Nannini. Ci hai dato lezioni di bel canto; adesso dacci lezione di maternità saggia.