Toscana

MALTEMPO, DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALE: SERVE UN PIANO PER LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO

Al termine di un lungo dibattito sui danni del maltempo che, nei giorni di Natale, hanno interessato in particolare le province di Lucca e Pisa il Consiglio regionale ha approvato due documenti. A maggioranza, con il solo voto contrario di Luca Ciabatti (Rifondazione comunista), l’aula ha approvato una mozione presentata dal Pdl che sollecita «la Giunta toscana a predisporre un piano generale per la messa in sicurezza delle zone maggiormente soggette a frane e smottamenti intervenendo, prima di tutto, nelle province colpite dall’alluvione del 25 dicembre». Il documento invita inoltre la Giunta a «prevedere stanziamenti per la messa in sicurezza del fiume Serchio valutando la creazione di casse di espansione, e istituire in accordo con i responsabili dell’autorità di Bacino e dell’Enel, un gruppo di lavoro per gestire il livello delle dighe durante i periodi di emergenza». È stato invece approvato all’unanimità un ordine del giorno del Pd che «fa appello al Governo nazionale affinché sia riconosciuta quanto prima la situazione di emergenza nazionale e sia emanata l’ordinanza per lo stanziamento delle risorse necessarie» e invita la Giunta regionale «a valutare la possibilità, nella gestione del bilancio 2010, del reperimento di ulteriori risorse che dovessero rendersi necessari per il sostegno ai cittadini e alle imprese colpite». L’odg contiene inoltre l’impegno a «valutare la fattibilità di un autonomo intervento agevolativo sul versante tributario a titolarità regionale».Che cosa è successo in quei giorni? La ricostruzione è stata fatta dall’assessore alla protezione civile Marco Betti. La neve caduta in abbondanza anche a bassa quota e disciolta nell’arco di un giorno per un aumento repentino delle temperature passate da –10 a +13 gradi, oltre alla pioggia che tra il 22 dicembre dell’anno scorso e il primo gennaio 2010, è caduta fino a raggiungere 800 millimetri in Garfagnana e 650 millimetri nell’Appennino pistoiese, sono le cause che hanno portato all’ingrossamento dei fiumi e alle alluvioni, colpendo soprattutto la Lucchesia e il Pisano, dove il Serchio, a Natale, ha rotto gli argini in più punti. Il presidente della Regione Claudio Martini, in una comunicazione al Consiglio, ha detto «dalla Giunta toscana è emersa la proposta di costituire subito un pool tecnico di esperti che ci aiuti a capire cosa è successo». «La sto concertando – ha aggiunto Martini – con le Province interessate, la Protezione civile nazionale e le autorità di bacino. Abbiamo avuto un evento pluviale al disopra di ogni esperienza conosciuta a cui si è sommato un forte sbalzo di temperatura che ha portato a un rapidissimo scioglimento delle nevi». Per Martini «questo però non spiega probabilmente tutto; dobbiamo indagare insieme, senza avviare una caccia alle streghe, ma con una grande disponibilità a capire». Secondo Martini in questo momento «i punti cruciali sono una riflessione sulle cause e ciò che è avvenuto, insieme all’aspetto più urgente rappresentato dalle azioni per ripristinare la vita nei territori. Occorre poi – ha concluso – un lavoro di prospettiva legato anche alle parole di Guido Bertolaso che ha sottolineato come siano maturi i tempi per un piano nazionale della difesa del suolo».Molto ampio, come detto, il dibattito in aula sui danni causati dal maltempo. Dai banchi dell’opposizione Andrea Agresti (An-Pdl) ha sottolineato come l’alluvione del Serchio è stato un disastro annunciato non ascrivibile a nessuna eccezionalità atmosferica, ma solo all’incuria ed alla mancanza di manutenzione degli argini. «Voglio ricordare – ha detto – che le politiche del territorio sono tutte sottostimate dalla Regione Toscana, soprattutto dal punto di vista idrogeologico. Negli ultimi anni é passata la politica di non toccare la natura, come se si vivesse nel Parco di Yellowstone». Per Giuseppe Del Carlo (Udc) «ci sono paesi che molti spesso rimangono isolati. Non dobbiamo trovarci tra qualche anno ad affrontare un nuovo disastro. Occorre fare una riflessione sui piani di protezione civile ed intervenire soprattutto sulle competenze di Provincia ed Autorità di bacino. Con quale periodicità e con quali certificazioni vengono controllati gli argini?». Piero Pizzi (Fi-Pdl) ha osservato che il «Serchio non ha esondato, ma hanno ceduto gli argini in un tratto rettilineo». È quindi necessario accertare le cause e le responsabilità sulla vigilanza, perché si tratta di un fiume soggetto «da sempre a piene improvvise e devastanti. L’allerta non poteva essere estesa anche ai cittadini ed alle imprese?». Fabrizio Mattei (Pd) ha evidenziato la «buona risposta del sistema di protezione civile regionale», e constatato come «seppure l’evento è stato eccezionale», il recente passato «ci ha abbastanza abituato a fatti simili» occorre quindi una «funzione di supplenza da parte del pubblico per quelle che una volta erano le attività di cura del territorio esplicate da una realtà agricola quasi scomparsa».(S.P.)