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Mali: appello Sant’Egidio, «No alla ripresa della guerra»

La Comunità di Sant'Egidio manifesta «il suo dolore» per gli scontri armati avvenuti sabato scorso a Kidal, nel Nord del Mali, tra militari governativi e membri del movimento Mnla, che hanno provocato decine di morti e feriti, ed esprime la sua profonda preoccupazione per il rischio della ripresa del conflitto.

La Comunità di Sant’Egidio aveva chiesto nei giorni scorsi ai responsabili dell’Mnla (Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad) «un gesto di pacificazione che portasse alla liberazione dei 28 militari e funzionari maliani, fatti prigionieri durante gli scontri, e alla restituzione dell’edificio del governatorato di Kidal attualmente occupato dai militari dell’Mnla». Ieri sera i 28 prigionieri sono stati liberati e consegnati alle forze di peacekeeping dell’Onu presenti nell’area. Sant’Egidio ha ricevuto dai dirigenti dell’Mnla l’impegno per una prossima restituzione anche dell’edificio del governatorato. «Sant’Egidio – si legge in un comunicato diffuso oggi manifesta il suo apprezzamento per tali gesti di pacificazione» e «continuerà ad operare affinché si interrompano le violenze e perché le parti in causa, il governo e i movimenti armati del Nord del Mali, riprendano il dialogo e la trattativa sulla base degli accordi firmati a Ouagadougou nel giugno 2013».