Cultura & Società

Malaparte, una lettera inedita conferma la conversione

La figlia del senatore ha donato alla biblioteca Roncioniana di Prato due lettere dello scrittore al padre e una scritta da una suora che conferma la scelta di fede. Maria Bisori: «Mio padre è sempre stato convinto della adesione a Cristo di Malaparte». L’avvocato Giovannelli: «Sono documenti di grande valore. La Biblioteca possiede anche scritti giovanili»

Malaparte si convertì sul letto di morte? La questione è dibattuta dal 19 luglio 1957, quando il grande scrittore pratese morì a Roma nella clinica Sanitrix accudito da alcune suore infermiere. Una di queste, suor Giuditta Rolleri, superiora della comunità, scrisse una lettera al senatore Guido Bisori per ringraziarlo «del bellissimo e storico discorso» che l’illustre politico pratese, in quel momento Sottosegretario agli Interni, aveva tenuto per commemorare Malaparte. Nella lettera la religiosa parla della «bella, grande vittoria che la Madonna Ss.ma ci à concesso – a gloria di Dio e della Chiesa ed a bene delle anime, dandoci una conversione così completa e spassionata del caro Malaparte». Questa testimonianza, fino a oggi inedita, è stata resa nota grazie alla donazione compiuta da Maria Bisori, figlia del senatore, alla Biblioteca Roncioniana. Lo scorso 25 febbraio tre lettere dell’archivio personale Bisori sono state consegnate nelle mani del bibliotecario, il canonico Marco Pratesi. Si tratta di due missive inviate da Curzio Malaparte a Guido Bisori e della già citata lettera della suora.

La prima è un testo dattiloscritto e firmato dallo scrittore pratese inviato da Forte dei Marmi il 30 maggio 1954, nel quale Malaparte sollecita alcuni interventi a favore dell’ospedale Misericordia e Dolce di Prato e invita Bisori alla prima della Fanciulla del West di Puccini, per la quale aveva curato l’allestimento nell’ambito del Maggio Musicale Fiorentino.

Nella seconda lettera, scritta a mano, Malaparte da Roma informa il senatore di un suo prossimo comizio elettorale a Prato, con il quale si sarebbe presentato alla cittadinanza come candidato per il Partito repubblicano per le elezioni comunali del 1956. Lo scrittore non venne eletto e in un celebre articolo pubblicato nella rubrica «Battibecco» all’interno della rivista Il Tempo illustrato dette addirittura la colpa al vescovo Fiordelli, reo di aver «manipolato la lista democristiana».

La terza lettera donata, come sopra scritto, è quella di suor Giuditta. «Mio padre – dice Maria Bisori – aveva sempre parlato della conversione di Malaparte e lo ha fatto anche nella commemorazione funebre dello scrittore. Ho deciso di donare questi documenti di grande valore storico per fare un omaggio a mio padre e perché ritengo ne sarebbe stato contento. Aveva un rapporto personale molto intenso con Malaparte, Bisori era un grande cristiano e questa conversione lo rendeva felice. Considero queste lettere troppo importanti per essere conservate in un archivio privato». L’avvocato Mauro Giovannelli, marito di Maria Bisori e presidente della Fondazione eredità Marco Roncioni che sovrintende la Biblioteca, commenta con soddisfazione questa nuova acquisizione: «Conserviamo importante materiale su Malaparte, abbiamo prime edizioni autografe e scritti giovanili che non si trovano in commercio, sono orazioni da studente liceale. Le lettere donate da mia moglie hanno un grande valore storico – dice Giovannelli –, in particolare la testimonianza della suora, che documenta in modo inequivocabile la conversione di Malaparte al cattolicesimo. Era un’anima eccezionale, si era dato tutto al Signore. Mio suocero ne era convinto».

Nella lettera, suor Giuditta, riferendosi al cammino di fede dello scrittore, scrive al senatore: «Era una di quelle anime che quando danno, danno tutto e veramente, all’ultimo era proprio tutto di Dio».

Della conversione dell’autore di «Maledetti toscani» si parla in modo diffuso e puntuale nella celebre pubblicazione «L’ultimo viaggio di Malaparte», edita dal Centro Culturale Cattolico nel 1998 e curata da monsignor Giuseppe Billi. Questo libretto, pubblicato in occasione del centenario della morte dello scrittore, contiene un testo di monsignor Pietro Fiordelli, nel quale il primo vescovo residenziale di Prato parla del proprio rapporto con Malaparte. Si racconta del «battibecco» elettorale del 1956, poi risolto da uno scambio epistolare tra i due, e anche della visita che il Vescovo fece alla clinica Sanatrix accompagnato dal senatore Bisori. Fiordelli ha sempre parlato di una conversione «vera e cosciente», scrive che «fu un lento cammino, silenzioso e riservato, che durò tutte le lunghe settimane che passò in clinica». La questione però è dibattuta e non manca chi, come il biografo Giordano Bruno Guerri, ha sempre detto che l’avvicinamento alla fede fosse forzato o di facciata. Certo è che questa nuova e inedita testimonianza aggiunge un ulteriore tassello a quanto riportato da Fiordelli, da padre Rotondi e anche dal giornalista Aldo Borrelli, direttore di Malaparte al Corriere della Sera.

La lettera

Sotto riportiamo integralmente il testo della lettera inviata da suor Giuditta Rolleri al senatore Guido Bisori. La missiva è data 24 settembre 1957, due mesi dopo la morte di Curzio Malaparte. Il riferimento alla conversione dello scrittore, nelle parole usate dalla religiosa, è inequivicabile. Nella commemorazione funebre, citata da suor Giuditta, Bisori scrisse: «A Cristo hai voluto, allora, rendere omaggio compiutamente, solennemente, con la franchezza e l’ardore propri del tuo carattere. Ed hai finito col trovarti, nel morir da cattolico, unito come non mai alla maggioranza degli italiani: sicché la tua morte luminosa – che ti ha congiunto, più che mai, a Dio e al popolo, secondo il binomio mazziniano cui ti eri ispirato fin da ragazzo – è stata il tuo capolavoro».

Eccellenza Sen. Avv. GUIDO BISORI
Sottosegretario di Stato per l’Interno
Roma, 24 settembre 57
Eccellenza, Le sono assai grata del pensiero gentile avuto per l’omaggio delle dieci copie del bellissimo e storico discorso che l’E.V. ha fatto in occasione dei funerali dell’insigne scrittore Malaparte.
Nell’esprimerle tutta la mia riconoscenza ed anche la mia ammirazione, l’assicuro che i Professori ànno molto gradito tale omaggio e ringraziano molto a mio mezzo.
È certo stata una bella, grande vittoria che la Madonna SS.ma ci à concesso – a gloria di Dio e della Chiesa ed a bene delle anima, dandoci una conversione così completa e spassionata del caro Malaparte.
Creda Eccellenza, à lasciato in noi il più caro ricordo – Era una di quelle anime che quando danno, danno tutto, e veramente, all’ultimo era proprio tutto di Dio.
Come prima abbiamo tanto pregato, ora tanto ringraziamo il Cielo, dove Lui felice finalmente in Dio, certamente Lo ringrazia con noi e per noi Lo prega.
Grazie Eccellenza e molti rispettosi ossequi.
Dell’Eccellenza V. Ill.ma.
Dev.ma
M. Giuditta Rolleri