Italia

«Magna Charta» si schiera per il «sì» con modifiche

Il referendum confermativo del 25 e 26 giugno sulla riforma costituzionale costituisce un’importante occasione per compiere una scelta di modernizzazione delle nostre istituzioni». Comincia così l’appello della Fondazione «Magna Charta» (voluta dall’ex-presidente del Senato Marcello Pera), sottoscritto da un buon numero di docenti universitari (tra i docenti delle università toscane Pierluigi Barrotta, Raimondo Cubeddu, Carlo Fusaro e Fabio Grassi Orsini).

L’appello (testo e adesioni su www.magna-charta.it), dopo aver sottolineato tutti gli aspetti positivi introdotti, afferma: «La riforma non “spezza l’unità del Paese” – anzi la ricrea – né impone la “dittatura del premier”. Essa introduce, invece, innovazioni che consolidano a livello costituzionale l’evoluzione reale della forma di governo, assicurando i necessari cambiamenti istituzionali per la definitiva trasformazione della nostra in una democrazia dell’alternanza». I docenti di «Magna Charta» riconoscono però che la riforma «meriti di essere successivamente integrata con alcuni correttivi». Tra questi «il complesso procedimento legislativo che appare farraginoso, e che rischia di determinare conflitti di competenza tra le due Camere paralizzando l’iter formativo della legge». Da modificare anche la forma del governo (troppi poteri di ricatto «a componenti minoritarie della maggioranza»), la composizione e il ruolo del Senato e lo statuto dell’opposizione (da rafforzare). «Queste incongruenze e difetti – aggiungono – riguardano però in particolare, quelle parti della riforma che entrerebbero in vigore solo in un secondo momento» e quindi c’è tempo per porvi rimedio. Per questo invitano a votare «sì» per «impedire che l’ennesima occasione vada perduta».