Cultura & Società

Maggio musicale, il Rigoletto in streaming ha inaugurato la piattaforma ITsART

Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino lo aveva in cartellone nello scorso febbraio, ma, a causa della chiusura dei teatri per decreto ministeriale di allora, lo si potrà vedere solo in streaming e consigliamo vivamente di guardarlo, per più motivi. Prima di tutto perché si tratta di un capolavoro verdiano, una delle tre opere delle della Trilogia Popolare (le altre due sono Trovatore e Traviata).

A seguire vale la pena sentire l’orchestra del Maggio in grande spolvero: diretta da Riccardo Frizza, l’Orchestra è stata un “personaggio” dell’opera essa stessa, che ha dialogato con i cantanti oltre che supportarli, un po’ grazie alla lettura del direttore, che ha voluto restituire la parte più intima dei personaggi, ma in parte perché si tratta di una compagine di scelti professionisti, una grande orchestra. Così come lo è il Coro, diretto ottimamente da Lorenzo Fratini: coristi che si sanno rendere attori veri e propri quando la regia lo chiede e quindi fanno spettacolo e non massa.

E questa regia richiedeva particolarmente queste doti: Davide Livermore ha infatti scelto un taglio decisamente cinematografico, a partire dalla citazione di Eyes wide Shut di Kubrik nel primo atto, una festa in costume rinascimentale presso la dimora del Duca di Mantova, con gli ospiti mascherati, ma con maschere funzionali (citazione di Kubrik, sì, ma anche sicurezza per il Covid). Un grande schermo si staglia al centro della scena/fondale e vi vengono proiettate immagini ora di quadri sacri, ora di volti profani, che rappresentano i vizi dei personaggi sulla scena, depravati e corrotti. Alla corte del Duca di Mantova c’è un buffone, Rigoletto, non deforme per la gobba, ma nell’animo, come del resto tutti i personaggi, e si attirerà la maledizione del rivale in amore del suo padrone, filo conduttore di tutta la vicenda. Livermore la colloca in luoghi contemporanei (anche la prima scena è rinascimentale solo perché è una festa in maschera): la lavanderia in un seminterrato come abitazione di Gilda con il padre e la governante; un night club gestito da Maddalena come luogo in cui Rigoletto mostrerà alla figlia quanto il Duca sia infame; una stazione della metropolitana per la scena finale, quella in cui Rigoletto ritrova la figlia uccisa per errore e si dispera per la maledizione che si è avverata. Ma più che la maledizione, il filo che conduce queste vite è un’animo deformato, dai vizi e dalla dissoluzione di una brutta umanità, soprattutto, e in questo la regia è intelligente e coerente e regala pure momenti di lirismo.

Non solo. Livermore ha fatto recitare bene  gli interpreti. Luca Salsi (Rigoletto), re della scena ma anche della vocalità, Rigoletto perfetto; Enkeleda Kamani (Gilda), vocalmente non al massimo all’inizio, ma che poi si riprende nel corso della recita; Javier Camarena, che convince come Duca di Mantova; Caterina Piva (Maddalena), Roman Lyulkin (il conte di Monterone) , Alessio Cacciamani (Sparafucile) e gli altri personaggi minori. Bellissimi i costumi di Gianluca Falaschi (non si smentisce mai, sempre ottimo). Altrettanto belle le scene di Giò Forma, le luci di Antonio Castro, i video di D-wok. Insomma da vedere. E dato che lo streaming permette a tutti di goderne, merita farlo. Andando sul sito www.itsart.tv basta scegliere Rigoletto e compaiono i biglietti in vendita online.