Cultura & Società
Maggio Musicale, ecco la nuova sala: per l’inaugurazione arriva mattarella
In programma un concerto sinfonico corale diretto dal maestro Mehta con le composizioni di Giacomo Puccini la Messa a 4 voci (Messa di Gloria) per soli, coro e orchestra con Benjamin Bernheim, tenore e Mattia Olivieri, baritono, in doveroso omaggio al compositore toscano e di Ludwig van Beethoven la Sinfonia n. 7 in la maggiore op.92. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. Tra il pubblico presente in sala, oltre al Presidente della Repubblica, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro della Cultura Dario Franceschini, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura David Ermini, l’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori, la direttrice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale Alessandra Guidi. Diretta televisiva di Rai Cultura su Rai 5, e radiofonica su Rai Radio 3. Differita su Rai 3 il 22 dicembre alle ore 15:25. Il concerto verrà eseguito senza intervallo e la durata prevista è di circa 90 minuti.
La Sala Zubin Mehta realizzata, come il Teatro del Maggio su committenza del Comune di Firenze, dalle imprese Sac spa e Igit spa e progettata dallo studio ABDR Architetti Associati è un tassello decisivo verso il termine del progetto complessivo del Maggio Musicale Fiorentino che avverrà verso la fine del 2022 con il completamento dei ponti mobili del palcoscenico della sala lirica,l’apertura dei ristoranti e del parcheggio interrato e che renderà il Maggio, oltre che un polo di produzione musicale di riferimento internazionale, un complesso dal punto di vista tecnologico all’avanguardia mondiale. Una sala realizzata in armonia e coerenza con la sala lirica e che può definirsi eclettica, polivalente per la sua versatilità e con parametri di acustica eccellenti; è un auditorium, sì, ma che può essere usato per rappresentazioni liriche, concerti da camera; può diventare una sala da conferenze con capacità di posti variabile da 1100 alla metà circa. Il nuovo auditorium rappresenta anche una sfida vinta nel rispetto puntuale dei tempi previsti e con i lavori eseguiti nella difficoltà e nella crisi di questo lungo periodo.
“È davvero una forte emozione essere arrivati a questo momento” ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, presidente della Fondazione del Maggio “Per anni abbiamo seguito passo dopo passo, progetto dopo progetto, le varie fasi di realizzazione del grande polo musicale fiorentino. Un complesso, di proprietà comunale, al passo con i tempi anzi avveniristico: il nuovo auditorium sarà una sala moderna, estremamente flessibile, adatta a ospitare concerti sinfonici, opere liriche e inoltre multimediale, grazie a una scenotecnica avanzata. Un luogo ideale anche per convegni e congressi che va quindi ad aumentare notevolmente gli spazi adibiti a questo settore in città.”
“Il nuovo Auditorium del Maggio Musicale Fiorentino è un’opera che aggiungerà al nostro mondo suoni più belli ed è con emozione e gioia che ne saluto l’apertura” ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – “È uno spazio unico nella sua specialità, in cui l’architettura del suono incontra l’architettura della costruzione, dove l’abbraccio perfetto con cui la musica accoglie chi la cerca, rinnoverà ogni volta la magia dell’ascolto.”
“La nuova Sala Mehta è stata progettata per raggiungere parametri di eccellenza prestazionale che difficilmente possiamo riscontrare tutti assieme concentrati in analoghe strutture” ha detto l’architetto Paolo Desideri “Anzitutto, e in analogia con la strategia già adottata nel progetto della sala lirica del Maggio, le forme della Sala sono state pensate per assicurare l’eccellenza sul piano della risposta acustica. Come in un grande strumento musicale è l’architettura della Sala ad assicurare la migliore performance acustica senza correzioni aggiuntive. Tutta la creatività dell’architettura si concentra al raggiungimento di questo grande obiettivo, rinunciando a qualsiasi stravaganza formale. Un risultato mai scontato sino all’ultimo minuto e reso possibile dalla costante interazione, in tutte le fasi del progetto, tra la progettazione architettonica e l’ingegneria acustica anche in questo caso, come per la sala lirica, affidata alla Müller di Monaco. Questo obiettivo è stato ancora più difficile da raggiungere in ragione del secondo parametro di eccellenza prestazionale della Sala, ovvero la sua flessibilità di utilizzo. Possiamo affermare con orgoglio che non esiste altra sala realizzata che possa assicurare un uguale livello di trasformabilità secondo le esigenze. Oltre all’enorme complessità legata alla diversa funzionalità della Sala – il palcoscenico si trasforma in buca dell’orchestra, dall’alto è possibile far calare sipario e arlecchino, lo spazio del Coro può trasformarsi in spazio per il pubblico, e molte altre trasformazioni ancora – è infatti evidente che le esigenze acustiche di tante e tanto diverse utilizzazioni hanno reso ancora più complessa la sfida dell’ottimizzazione sonora.”
E di sfida legata ai tempi, una sfida vinta, parla Emiliano Cerasi, ceo di SAC s.p.a. l’impresa che ha realizzato e portato a compimento i lavori: “La difficoltà di questi tempi nel rispettare una data iconica, quella del 21 dicembre, anniversario del decennale dal primo concerto diretto dal maestro Mehta nella sala lirica; una data scelta in tempi precedenti alla pandemia; gli impegni invece sono stati mantenuti e rispettati in un clima da “tempesta perfetta”, dove il cantiere è stato chiuso, dove per esempio negli ultimi mesi era anche difficile il reperimento delle materie prime. Con cuore e orgoglio abbiamo portato a compimento questo progetto e abbiamo sfatato anche il luogo comune che vuole che le grandi opere pubbliche arrivino in ritardo, con aumento dei costi. L’amministrazione Comunale, il Maggio e l’impresa, ognuno coi suoi ruoli si è concentrato sull’obiettivo di rispettare la data finale. Tengo moltissimo a dire – ha continuato Emiliano Cerasi – che l’Auditorium Mehta rappresenta l’orgoglio di tante piccole e medie imprese artigiane italiane che hanno lavorato nei laboratori, nelle falegnamerie, nel cantiere, per consegnare a Firenze e all’Italia un’opera meravigliosa. Il 2021 è stato l’anno dei successi italiani e nel nostro piccolo anche noi abbiamo dato il nostro contributo.” A proposito dei lavori dice Giorgio Caselli, dirigente Belle Arti del Comune di Firenze: “I nostri uffici tecnici, con un gruppo di ingegneri, architetti, impiantisti e esperti di allestimento composti da 18 persone, hanno diretto e concluso un terzo lotto di completamento del Teatro del Maggio con il nuovo Auditorium da 1100 posti, forse il più difficile per la presenza di una Fondazione teatrale in attività e una emergenza epidemiologica con cui abbiamo dovuto misurarci per 700 dei 900 giorni di cantiere. Abbiamo supervisionato 100 operai e 17 imprese con una produttività media mensile di 1 milione di euro che ha richiesto la redazione di oltre 200 verbali di controllo (1 ogni 4 giorni di lavoro) e l’adozione settimanale di 25 procedure di controllo.”
Il sovrintendente del Maggio Alexander Pereira ha dichiarato che per l’apertura si può parlare di miracolo: “In questa occasione mi rivolgo con gratitudine ai progettisti, ai tecnici, al Comune, alle maestranze e a tutti i miei collaboratori per questo lavoro impegnativo e che in questo periodo così difficile e di crisi per tutto il mondo hanno portato a termine il progetto. È un avvenimento quasi miracoloso e li ringrazio per questo!” il sovrintendente poi ha continuato: “Sono molto felice di essere testimone di un momento tanto importante e significativo della vita del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e per la città di Firenze e la regione Toscana, ma anche per l’Italia. Il Paese ha investito in cultura e ha offerto a tutti noi una nuova eccezionale e bellissima Sala da concerto. Per la Città è pure un fatto storico perché mai prima d’ora in una Firenze piena di tesori e dove i numerosi teatri erano stati concepiti come sale per la lirica e per la prosa, mai si è avuta una sala che fosse dedicata alla musica e che fosse così ecclettica e polivalente come la Sala Zubin Mehta. Sarà un polo di produzione culturale e musicale con la concreta ambizione a diventare un centro musicale di riferimento internazionale. Una sala tecnologicamente molto avanzata che ospiterà opere, concerti, concerti da camera, ma anche congressi, dotata di un’acustica eccelsa e che permetterà tra l’altro una migliore armonia di produzione artistica delle nostre stagioni. Oltretutto la Sala Mehta potrà essere disponibile anche per altre Istituzioni che potranno organizzarvi concerti.”
Del nuovo auditorium il maestro Zubin Mehta ha detto: “L’acustica di una nuova sala e di un nuovo teatro non sono un fattore automatico, ma sono frutto di uno studio attento, approfondito e scientifico. Ed è quello che è accaduto qui al Maggio; al momento della prima prova lo scorso 10 dicembre, e alle prime note suonate dalla nostra Orchestra e cantate dal nostro Coro mi sono convinto con tutti i miei colleghi che quest’Auditorium, che è bellissimo e moderno, sarà una delle grandi e più importanti sale di musica di tutta Europa, con un suono meraviglioso.”
L’apertura della sala Mehta è stata anche l’occasione di interventi di arredo progettati da Fabbricanove-Studio Associato e realizzati da My Project srl di Milano e inoltre di recupero e posa di opere d’arte che erano parte del Teatro Comunale e che rappresentano una vera e propria rassegna dell’arte fiorentina del primo Novecento e che arricchiscono l’intero progetto del Teatro del Maggio in continuità con il proprio glorioso passato. Nel foyer intitolato alla signora Maria Manetti Shrem, filantropa italo americana e generosa donatrice di una ingente somma per l’inaugurazione della sala, il pubblico troverà quindi delle inedite e moderne boiserie e tendaggi in velluto e potrà “riappropriarsi” dei meravigliosi lampadari e delle grandi plafoniere in poliedri di vetro di Venini disegnate da Carlo Scarpa, dei sette bassorilievi monumentali di Bruno Innocenti, dell’affresco di Gianni Vagnetti, dei mascheroni di Mario Moschi.
Il colpo d’occhio del pubblico all’ingresso del Teatro e verso l’auditorium apprezzerà, ora che sono state eliminate le tamponature che la nascondevano, lo spazio ampliato e la nuova luce che proviene dalle vetrate che delimitano il loggiato interno. In questa particolare occasione di grandissima rilevanza e per celebrare le festività, al centro della chiostrina verrà posizionato un albero di Natale realizzato e offerto da Dolce&Gabbana in omaggio a Firenze. Il monumentale albero alto otto metri, sistemato su una pedana girevole, è sormontato da un giglio dorato che sarà illuminato con migliaia di lampadine coi colori rosso, azzurro, verde e bianco dei quattro Quartieri fiorentini: Santa Maria Novella, Santa Croce, San Giovanni e Santo Spirito. Addobbano l’albero le immagini storiche fiorentine provenienti dagli archivi Foto Locchi, insieme ad altri gigli dorati e alle ghirlande che riportano i celebri versi tratti dall’ultimo Canto del Paradiso di Dante. Attorno all’albero di Dolce&Gabbana saranno allestiti altri dodici alberi più piccoli, offerti dal Giardino Torrigiani (che fornisce anche gli altri decori natalizi nel foyer), che saranno addobbati da circa 800 bambini di 38 classi di 14 scuole primarie di Firenze. La mattina successiva all’inaugurazione, il giorno 22 dicembre, tutti i giovanissimi partecipanti al progetto saranno al Maggio con l’assessora all’Educazione al Welfare del Comune di Firenze Sara Funaro e il sovrintendente Alexander Pereira per una cerimonia di ringraziamento alla quale parteciperanno gli artisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino e il Coro delle Voci Bianche.