Lettere in redazione
Ma Francesco giustificava anche le crociate
Sono rimasto dispiaciuto di alcune lettere pubblicate sul numero 37 riguardanti la polemica sul discorso di Fini su San Francesco, anche se trovo molto oculato il commento del Direttore, che condivido nella quasi totalità. Mi chiedo: è mai possibile comprendere Francesco usando il nostro metro di misura di uomini del 2000?
Ecco uno stralcio, che seppure non inserito nella «Leggenda Maggiore», si ha il dovere di considerare: «Il sultano gli sottopose anche un’altra questione: Il vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vi vuol togliere la tonaca, etc. Quanto più voi cristiani non dovreste invadere le nostre terre, ecc.. Rispose il beato Francesco: Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Altrove, infatti, è detto: Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da te. E con questo ha voluto insegnarci che se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell’occhio, dovremmo essere disposti a separarlo, ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tenta di allontanarci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Proprio per questo i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione di lui quanti più uomini potete. Se invece voi volete conoscere, confessare e adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come se stessi. Tutti gli astanti furono presi da ammirazione per le risposte di lui» (Fonti francescane 2691).