Livorno

L’usura, un male “sommerso”

Quello dell’usura è un problema antico e mai risolto, che riemerge con forza, seppur in varie forme, in periodi di difficoltà come questo.   Proprio per questo, già nel ’96, il legislatore istituì, presso il Ministero del Tesoro, il “Fondo per la prevenzione delle vittime del fenomeno dell’usura” (art. 15), delegando fondazioni e associazioni territoriali nell’indicare e gestire i casi per i quali intervenire. In Toscana fu per prima la Misericordia di Siena a occuparsi della questione, trovando in seguito accordi con le altre Arciconfraternite della Regione, e creando la “Fondazione Toscana per la Prevenzione dell’Usura”, per il coordinamento dei vari comitati. Prima della normativa solo la Caritas italiana si era già occupata della prevenzione all’usura, per tentare di arginare le situazioni a rischio.   Al Comitato della nostra provincia si sono rivolti fino a oggi ben 1160 utenti. «Il nostro comitato si occupa di evitare che persone in difficoltà economiche possano essere tentate di chiedere prestiti agli usurai – spiega Giovanni Filippi, coordinatore del Comitato – anzitutto è quindi un servizio di prevenzione: da noi si presentano soprattutto persone “squalificate” sul piano del credito, cioè utenti a cui gli Istituti bancari non rilasciano più finanziamenti per morosità di vari tipi e a vai livelli. Ascoltiamo i loro problemi, cerchiamo di incoraggiarli, poi studiamo la loro situazione: se scorgiamo la fattibilità di una richiesta, ci poniamo come intermediari con gli istituti convenzionati, per far sì che approvino il rilascio del credito richiesto, con garanzia tramite il Fondo statale nei margini di quote stabilite per legge, per sanare le pendenze e cominciare una nuova vita. Tuttavia abbiamo avuto persone che, prima di venire da noi, si erano già rivolte agli usurai: in questi casi, l’unica soluzione possibile, è denunciare rivolgendosi alle autorità competenti».I disagi finanziari riguardano sia piccoli commercianti e imprenditori che famiglie, entrambi a rischio di essere chiusi nella morsa della crisi economica. Spesso tendono a risolvere i propri debiti con un unico grande prestito, rilasciato con troppa facilità dalle Finanziarie, senza accorgersi che, in questo modo, il proprio monte di debiti non fa’ che aumentare con la somma degli interessi sulle quote dei prestiti precedenti. «Ci siamo occupati anche di piccole attività, ma abbiamo anche molti casi di separazioni e divorzi che gettano sul baratro i due ex coniugi. Spesso, da due persone che si separano e si riaccompagnano, nascono due famiglie economicamente disagiate, che restano comunque legate dalle imposizioni dell’apparato giudiziario. Soprattutto i coniugi maschi, oltre a dover sostenere le spese legali, sono costretti a passare gli alimenti e lasciare la casa all’altra: in pratica, dopo aver pagato un mutuo per 20 o 30 anni, non potranno nemmeno usufruirne. Quindi, oltre a pagare il finanziamento della casa che condivideva in precedenza, dovrebbe pagarsi un affitto e il minimo per la propria sopravvivenza. Sono storture di un sistema alle quali bisogna porre un rimedio.» Famiglie distrutte, imprenditori in crisi ma anche ex tossicodipendenti e affetti da “ludopatia” (il vizio del gioco) chiedono aiuto al Comitato. «Sono persone che hanno rovinato sé stesse e la famiglia spendendo il proprio patrimonio – spiega Roberto Lo Schiavo, collaboratore del Comitato – ma che possono, con il nostro aiuto, recuperare la propria vita.» Prossimamente il Comitato parteciperà a un incontro con il Ser.T, con la Caritas e con altri Enti con i quali collabora. «Avremmo molto piacere – continua Filippi – se le Istituzioni si interessassero al problema e ai nostri progetti, essendo state completamente assenti ad ogni altro incontro: ricordo che, pur essendo “sommerso”, pur essendo a livello “artigianale”, pur non avendo alle spalle un’organizzazione criminale, nella nostra città, nei quartieri, nei palazzi, il problema del prestito a usura esiste ancora».

È possibile contattare il Comitato ai seguenti recapiti: tel. 0586/833422  fax 0586/888829  cell. 333/9787218, sito internet www.misericordialivorno.org e www.prevenzioneusuratoscana.it oppure all’e-mail antiusuralivorno@libero.it