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L’uso delle plastiche nel settore alimentare: criticità e soluzioni nel trasporto e packaging

Ogni anno, secondo i dati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, vengono prodotte oltre 300 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 40% è destinato all’imballaggio alimentare

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L’impiego delle plastiche nel settore alimentare rappresenta una sfida complessa, segnata da molte criticità da anche da importanti opportunità.

Da un lato, il packaging in plastica offre innegabili vantaggi per la conservazione e il trasporto dei prodotti alimentari, garantendo barriere efficaci contro agenti esterni, prolungando la shelf life dei prodotti e ottimizzando la logistica. Dall’altro lato, però, il crescente utilizzo di plastiche monouso, soprattutto nei settori della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e del trasporto alimentare, solleva gravi questioni ambientali e sanitarie.

L’impatto ambientale delle plastiche alimentari

Ogni anno, secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, vengono prodotte oltre 300 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 40% è destinato all’imballaggio alimentare. Solo una minima parte di questi materiali viene riciclata: secondo Eurostat, in Europa, solo il 32,5% degli imballaggi plastici è riciclato. Questo implica che la gran parte delle plastiche utilizzate finiscono in discariche o negli oceani, causando danni irreparabili agli ecosistemi marini e terrestri.

Studi condotti dall’European Environment Agency (EEA) evidenziano che il settore alimentare è uno dei principali responsabili dell’inquinamento da plastica. Gli imballaggi, spesso monouso, sono tra i maggiori contributori alla produzione di rifiuti plastici, con circa 20 milioni di tonnellate di plastica prodotte annualmente solo per l’industria alimentare in Europa.

Plastica e sicurezza alimentare: i rischi per la salute

Le plastiche utilizzate nel packaging alimentare non pongono solo problemi ambientali, ma sollevano anche preoccupazioni sulla sicurezza alimentare. I materiali plastici a contatto con gli alimenti possono rilasciare sostanze chimiche potenzialmente dannose, come ftalati e bisfenolo A (BPA), sostanze identificate come interferenti endocrini.

Uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives ha dimostrato che l’esposizione al BPA può essere collegata a disturbi ormonali, diabete e problemi cardiovascolari. Sebbene l’Unione Europea abbia limitato l’uso del BPA negli imballaggi per alimenti, il dibattito scientifico su altre sostanze chimiche potenzialmente pericolose, utilizzate nelle plastiche, è ancora aperto.

Standard e normative per il packaging alimentare in plastica

In Italia e in Europa, la legislazione che regola l’uso delle plastiche nel packaging alimentare è rigorosa. Il regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento europeo stabilisce che tutti i materiali destinati a venire in contatto con gli alimenti non devono trasferire sostanze in quantità tale da rappresentare un pericolo per la salute umana, alterare la composizione degli alimenti o peggiorarne le caratteristiche organolettiche.

Requisiti di base che i contenitori in plastica devono rispettare:

  • non devono rilasciare componenti chimici che possano migrare nell’alimento in quantità superiori ai limiti di sicurezza stabiliti.
  • Devono essere fabbricati seguendo buone pratiche di fabbricazione, come prescritto dal regolamento (CE) n. 2023/2006.

Devono rispettare i requisiti specifici stabiliti dal regolamento (UE) n. 10/2011, che definisce i limiti di migrazione per materiali plastici destinati al contatto con alimenti. Questo regolamento impone test di migrazione globale e specifica per garantire che i livelli di migrazione di sostanze chimiche non superino i limiti di sicurezza.

Migrazione e test di sicurezza

Il tema della migrazione, ovvero il passaggio di sostanze dalle plastiche agli alimenti, è al centro della normativa europea. Il regolamento (UE) n. 10/2011 stabilisce i parametri per i test di migrazione globale, che verificano la quantità complessiva di sostanze trasferite agli alimenti, e i test di migrazione specifica, che valutano la migrazione di composti chimici specifici, come gli ftalati.

Le prove di migrazione vengono eseguite su alimenti o su simulanti alimentari che riproducono le caratteristiche chimico-fisiche degli alimenti reali. Questi test sono obbligatori per garantire che i materiali plastici siano sicuri anche in condizioni estreme, come alte temperature o lunghi tempi di stoccaggio.

Soluzioni sostenibili: il futuro del packaging alimentare

Negli ultimi anni, l’industria alimentare sta cercando di rispondere alle crescenti pressioni ambientali e normative attraverso l’adozione di materiali alternativi alle plastiche tradizionali. Tra le soluzioni più promettenti vi sono le bioplastiche, ottenute da materie prime rinnovabili come l’amido di mais o la canna da zucchero.

Questi materiali sono progettati per biodegradarsi più rapidamente rispetto alle plastiche convenzionali, riducendo l’impatto ambientale. Tuttavia, uno studio condotto dal Journal of Cleaner Production mette in guardia su un uso non critico delle bioplastiche: benché biodegradabili, possono ancora richiedere condizioni specifiche per una completa decomposizione, come temperature elevate o ambienti industriali controllati.

Innovazione nel trasporto: ridurre la plastica senza compromettere la qualità

Nel settore del trasporto alimentare, la plastica viene spesso utilizzata per imballaggi secondari e terziari, indispensabili per garantire l’integrità dei prodotti lungo tutta la catena di distribuzione. Le soluzioni innovative per ridurre l’uso della plastica includono l’impiego di materiali compositi, che combinano plastiche leggere con altri materiali più sostenibili, e l’adozione di sistemi di imballaggio riutilizzabili.

Un esempio di successo è rappresentato dai contenitori isotermici riutilizzabili, spesso utilizzati per il trasporto di prodotti freschi e deperibili. Questi sistemi riducono l’uso di plastica monouso e, grazie alle loro proprietà isolanti, consentono di mantenere la temperatura controllata durante il trasporto, riducendo così anche lo spreco alimentare.

In sintesi

L’uso delle plastiche nel settore alimentare, specialmente per il trasporto e il packaging, rimane un tema di grande rilevanza e complessità. Le sfide poste dall’inquinamento da plastica e dai rischi per la salute richiedono un approccio integrato che consideri sia l’impatto ambientale sia la sicurezza alimentare. Mentre la normativa europea offre un quadro solido per garantire la sicurezza dei materiali plastici a contatto con gli alimenti, l’innovazione nel settore degli imballaggi alimentari deve puntare a soluzioni sostenibili, senza compromettere la qualità e l’efficacia del trasporto.

Fonti