Italia
L’uomo non sarà mai un vegetale
Negli anni più recenti, tuttavia, è andato crescendo un importante movimento di opinione che, partito in ambito bioetico nel mondo anglosassone, ha finito per penetrare all’interno delle società professionali e scientifiche e per sbarcare anche in Europa. Secondo tali correnti di pensiero, l’idratazione e la nutrizione “artificiali”, per non parlare del sostegno alla ventilazione, costituiscono interventi degradanti la dignità umana, che ogni persona avrebbe il diritto di rifiutare in ipotesi, qualora essi in futuro dovessero rendersi per lui necessari. Per coloro che non avessero lasciato direttive anticipate, sarebbe compito del legale rappresentante o del magistrato dare disposizioni al riguardo.
Il problema della sospensione della nutrizione e della idratazione comporta enormi conseguenze per la professione medica, per i codici etici delle istituzioni sanitarie e per gli atteggiamenti futuri della società verso i pazienti più disabili. Considerazioni di ordine finanziario non sono estranee ai cambiamenti che stanno avvenendo nell’approccio verso le gravi disabilità croniche. È noto, infatti, che, specialmente nei Paesi anglosassoni, è in atto una crescente pressione per considerare la sospensione della nutrizione e dell’idratazione non solo nei pazienti in stato vegetativo, ma anche in quelli in coma prolungato, nelle demenze con grave deterioramento cognitivo, nei gravi ictus cerebrali. Vi è il rischio che questa attitudine possa condurre in futuro, anche involontariamente, alla diffusione di una mentalità eutanasica.