Vita Chiesa
L’Unitalsi toscana in festa: «Vivere la carità con gioia»
Due giorni (organizzati con il patrocinio del Comune di Firenze e la preziosa collaborazione della Caritas diocesana) in cui l’Unitalsi ha ripercorso il proprio cammino ma si è proiettata anche nel futuro visto che il 25 aprile prende il via il primo pellegrinaggio dell’anno a Loreto mentre la prima partenza per Lourdes è fissata per il 18 giugno. Con tanti amici che hanno voluto rendere omaggio all’associazione: il prefetto di Firenze, Luigi Varratta, il direttore della Caritas, Alessandro Martini, il presidente di Agata Smeralda, Mauro Barsi, i rappresentanti della Misericordia di Firenze. Oltre naturalmente agli interventi previsti e coordinati dal presidente regionale Roberto Torelli: «Siamo qui a festeggiare oltre cento anni di storia e di storie e ritengo sia giusto mettere in risalto come all’interno dell’Unitalsi ci siano tanti modi di vivere la carità. Il nostro, infatti, non è e non vuole essere soltanto un servizio di assistenza ma un’attività vissuta insieme».
Concetti, questi, ribaditi anche dal presidente nazionale Salvatore Pagliuca: «Siamo pronti ad affrontare gli anni che verranno con l’impegno già speso e che ci verrà richiesto per coinvolgere i giovani e gli adulti, i malati e i sani, chi crede e chi non crede, attraverso incontri, eventi, progetti che facciano sentire e comprendere il cammino della nostra associazione; un’associazione nella quale si riconoscono in tanti mettendosi a disposizione degli altri per donare e ricevere con gioia, nella consapevolezza che ciascuno è responsabile dell’amore che riceve». E se il direttore del quotidiano La Nazione, Gabriele Canè, ha voluto puntare l’attenzione sul fatto che «è in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo che si allargano ancora di più i cuori», il vice-sindaco di Firenze, Stefani Saccardi ha legato il suo intervento all’impegno dell’amministrazione comunale: «Tutti dobbiamo dare ancora più forza al nostro spirito di servizio, soprattutto come risposta a una situazione di sofferenza. Per un Comune infatti, e a Firenze in particolare, una delle sfide più importanti è proprio quella di riuscire a coniugare la bellezza e la sofferenza, anche nell’amministrazione di una città. E se di ciò è anche perché nella nostra città uno dei principali capitoli di spesa è quello legato alle politiche sociali».
L’incontro in Palazzo Vecchio, poi, prima del pranzo comunitario in Sala d’Armi e la Messa celebrata nella basilica di Santa Croce, si è concluso con gli interventi di Rita Coruzzi, disabile e autrice del libro «L’Unitalsi mi ha salvato la vita», e don Decio Cipolloni, vicario della Diocesi di Loreto: «L’Unitalsi è come un angelo, – ha detto la Coruzzi – un angelo che sotto forma di grande famiglia si prodiga per accompagnare gli ammalati a Lourdes e agli altri santuari mariani».
«Nell’eseguire il suo servizio – ha concluso don Decio Cipolloni – il volontario unitalsiano non può dire: “Che cosa mi tocca fare?”, ma deve dire: “Che cosa mi è concesso di fare!” perché è mettendomi vicino a una carrozzina che il Signore si accorge di me». Già, i volontari dell’Unitalsi, rappresentati «simbolicamente» nell’occasione da Leonardo Gestri, presidente della sottosezione Firenze centro, Federica Bresci, della sottosezione di Pistoia, e Giampiero Bagnati, consigliere regionale e responsabile dell’attività giovanile, che hanno illustrato ai presenti le rispettive attività al servizio dell’associazione.