Vita Chiesa
«Lumen fidei»: mons. Müller, «Molto di papa Benedetto e tutto di papa Francesco»
«Nell’enciclica (testo integrale in formato pdf) – ha spiegato – c’è molto di Papa Benedetto e tutto di Papa Francesco. Si tratta di una circostanza fortunata che questo testo sia stato scritto, per così dire, con la mano di due Pontefici. Chi la legge può subito notare, al di là delle differenze di stile, di sensibilità e di accenti, la sostanziale continuità del messaggio di Papa Francesco con il magistero di Benedetto XVI». Tra i temi della prima enciclica del Papa, mons. Müller ha citato la questione della verità come questione che si colloca «al centro da fede» e che si può sintetizzare nell’affermazione che «la luce della fede è in grado di illuminare gli interrogativi del nostro tempo sulla verità», vale a dire «le grandi domande che sorgono nel cuore umano di fronte alla realtà tutta, sia davanti alle sue bellezze, come di fronte ai suoi drammi».
«Il cristiano non è arrogante». Deve saper «rendere ragione della propria fede», come suggerisce la prima lettera di Pietro, «con dolcezza, con rispetto e con retta coscienza». A precisarlo, commentando un’espressione usata dal Papa nella sua prima enciclica, è stato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che durante la conferenza stampa di presentazione ha invitato a contestualizzare l’espressione del Papa attraverso la successione di tre affermazioni: «La fede non è intransigente, la fede non è arrogante, chi ha fede non si irrigidisce». «L’arroganza – ha spiegato mons. Fisichella – è in rapporto all’estremizzazione della verità: laddove si prende solo un frammento della verità e lo si pota a leggere tutta la realtà, si diventa non solo arroganti, ma fondamentalisti».
«La fede – gli ha fatto eco il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi – non è arrogante, non è una conquista di potere, è una grazia donata per essere condivisa». Accanto ad essa, «ci deve essere anche l’audacia per denunciare i mali», a partire dalla consapevolezza che «siamo tutti peccatori».