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L’ultima lettera di padre Cesare Mencattini

A 70 anni dalla sua uccisione, Toscana Oggi rende omaggio a padre Cesare Mencattini, missionario originario di Soci, ucciso in Cina il 12 luglio 1941, pubblicando la sua ultima lettera. Pa-li-ing 29.6.1941 J.M.J. Rev.mo Padre, da vari mesi non ricevo alcuna notizia dalla mia famiglia. Penso che le lettere, forse un po’ lunghe, vengano fermate dalla censura. Non so spiegare altrimenti sì lungo silenzio, poichè nel passato ho sempre ricevuto con regolarità e frequenza la posta di casa. Ho un fratello soldato sul fronte della Cirenaica. Dal 7 dicembre 1940 non ho più sue notizie. Allora si trovava non lontano da Side el Barrani. Mi scriveva spessissimo. Da quella data, più nulla. Dopo certi fatti di cui si ha notizia anche qui, sto molto in pensiero per lui. Le chiedo il favore di scrivere alla mia famiglia, domandando se ricevono mie lettere. Io scrivo spesso, senza che mi giunga una risposta. […] Io sto bene. Si gode un po’ più di pace dall’anno scorso. I comunisti sono lontani. Il povero popolo però è ancora soggetto a subire frequenti stragi durante i giri di perlustrazione da parte dei nuovi padroni. Noi, di tanto in tanto, abbiamo qualche piccolo fastidio d’inquisizione. L’orizzonte è ancora burrascoso. Qualche brutta sorpresa c’è da aspettarsela tutti i giorni, specialmente in campagna. Di salute sto discretamente. D’estate, però, è difficile evitare qualche disturbo di dissenteria e qualche attacco di malaria. Il Vescovo mi ha costruito una casa più sana e ariosa. E’ finita da pochi giorni. Così la mia residenza è abbastanza al completo. L’anno scorso feci la Cappella. Quest’anno ho potuto costruire anche la canonica. Mi raccomando alle sue preghiere. Con ossequi. Cesare Mencattini