Prato

Luigi e Fabio vicini all’ordinazione diaconale

Un cambiamento importante, un passo ulteriore verso il sacerdozio. Per Luigi D’Arco e Fabio Panconesi è arrivato il momento dell’ordinazione diaconale. Domenica, 23 ottobre, alle 16, nella cattedrale di Prato i due seminaristi pratesi riceveranno per le mani di mons. Gastone Simoni il ministero che in greco antico significa «servitore», colui che assiste il sacerdote nella distribuzione dell’Eucaristia, nella lettura dei testi sacri, nella predicazione. Quelle di Luigi e Fabio sono due storie differenti, due percorsi di vita quasi opposti che oggi si ritrovano lungo lo stesso cammino, compiuto nel Seminario pratese. Entrambi vengono da fuori città e diocesi. Luigi, 61 anni, originario di Napoli ha lavorato per molti anni nelle Ferrovie dello Stato, nelle quali ha ricoperto importanti incarichi dirigenziali. Quasi trent’anni fa, nel 1984, viene trasferito da Milano, dove si trovava in quel momento, a Firenze, presso la direzione generale delle Fs. Poi, dieci anni fa, «il Signore ha posato il suo sguardo su di me e come fece con Zaccheo – dice Luigi – mi ha chiesto di poter entrare in casa mia, in me. Ancora mi domando di questa Grazia concessami». Prima di entrare in Seminario intraprende il cammino del diaconato permanente ma poi, dopo «un lungo discernimento», come ama definirlo, la decisione di diventare sacerdote. Nel frattempo, frequenta la Scuola diocesana di Teologia, e svolge alcuni incarichi come i servizi pastorali alla Castellina, a Sant’Antonio Maria Pucci – in un momento nel quale mancava la figura del parroco – e infine a Tobbiana, luogo dove ha trovato nel parroco don Alessandro Magherini, un punto di riferimento nel suo cammino verso il sacerdozio. Da tempo è collaboratore del Centro culturale cattolico. Per prepararsi al momento dell’ordinazione venerdì 21, alle 21,15, nella chiesa di San Silvestro a Tobbiana, si tiene una veglia di preghiera insieme alla comunità. Fabio invece è membro dei Ricostruttori nella preghiera, associazione pubblica di fedeli in attesa di diventare istituto religioso, con un particolare carisma: proprio come indica il loro nome hanno come principale attività quella di «ricostruire» antiche chiese e monasteri in rovina. Un servizio utilissimo perché il patrimonio ecclesiastico in Italia è sterminato e gli interventi di ripristino sono tantissimi e costosi. Nella nostra diocesi i Ricostruttori sono stati chiamati per far tornare a nuova vita il piccolo borgo di Mezzana in Valbisenzio, tra Montecuccoli e Carmignanello. Fiorentino dell’Antella, Fabio ha 39 anni e si è avvicinato alla fede in modo graduale. «Per molti anni – racconta Fabio – pensavo solo alla mia vita, lavoro e tifo sportivo, ero abbonato alle partite della Fiorentina, andavo anche in trasferta. Non avevo altri pensieri». Poi l’incontro con padre Guidalberto Bormolini, responsabile dei Ricostruttori in Toscana. Fabio si iscrive a Teologia, compie il noviziato e decide che questa esperienza religiosa sarà la sua strada. Grazie ad un suo professore, il pratese mons. Basilio Petrà, entra in contatto con la nostra diocesi e da lì la richiesta di proseguire gli studi nel Seminario diocesano. Da circa un anno e mezzo presta servizio alla parrocchia di Migliana e si divide tra Prato e Firenze. «Attendo questo momento con gioia ma devo ammettere che sto cominciando ora a realizzare che con questa ordinazione lascerò definitivamente lo stato laicale. Questo comporta una tappa importante, una forte responsabilità ma sono contentissimo perché credo in quello che sto facendo».(dal numero 36 del 16 ottobre 2011)