Riaperta al culto, sabato 12 luglio alla presenza del vescovo monsignor Gualtiero Bassetti, la chiesa di San Giusto di Lucignano. Si tratta di un luogo sacro da sempre caratterizzato da un intenso legame con la comunità lucignanese. Nel 1600 infatti, nell’oratorio della chiesetta, dove si venerava l’immagine della Madonna con Gesù bambino tra San Giusto e San Jacopo, si verificò un evento miracoloso. Una bambina, recatasi alla chiesetta per pregare assieme alla madre, prese un pezzo di pane e lo offrì alla Vergine. Inspiegabilmente il pane rimase attaccato al quadro tra il pollice e l’indice della Madonna. Nonostante vari tentativi, il pane rimase saldamente attaccato per alcuni giorni fino a quando non venne rimosso, con difficoltà, dal Vescovo di Arezzo, accorso per verificare il miracoloso evento. La comunità di Lucignano decise allora di traslare la sacra immagine nella vicina Collegiata, dove ancora oggi si trova al centro dell’altare maggiore. La piccola chiesetta, dopo essere stata per anni meta di venerazione, è stata lentamente abbandonata. Solo qualche mese fa l’edificio appariva gravemente danneggiato, con il tetto crollato, assieme ad altre strutture portanti e con la parte interna completamente invasa da alberi e rovi. Solo grazie alla volontà dei tanti fedeli della zona si è potuto recuperare la piccola chiesa che è tornata ad essere luogo di culto e non solo. Gli abitanti della zona, infatti, per raccogliere fondi per il recupero della chiesetta hanno deciso di riprendere la tradizione dell’antica festa popolare, promuovendo in questo senso un momento di incontro e di aggregazione. Ma non finisce qui. Il luogo sacro intitolato a San Giusto, sta infatti divenendo un vero e proprio punto di riferimento di una zona di Lucignano che, un tempo solo campagna, sta divenendo grazie al progressivo espandersi delle abitazioni, il vero e proprio centro del «paese nuovo». In questo senso il recente arrivo delle suore minori francescane e la guida attenta e paterna della parroco di Lucignano, monsignor Enrico Marini, fanno si che l’oratorio torni nuovamente ad essere il centro aggregante, spirituale ed umano, del quartiere e dell’intero paese.Veronica Ciancagli
