Lucca

Lucca, primo “Colloquio di san Martino”: serve un patto educativo per qualificare il Servizio civile e mettere al centro i giovani

Un patto educativo, infatti, può rovesciare una prassi diffusa, per ricentrare così l’attenzione sul giovane che si impegna più che sulle esigenze dell’ente che offre l’opportunità del Servizio civile. Questo è stato più volte richiamato nella giornata di studio, organizzata dall’Arcidiocesi di Lucca ieri, giovedì 11 novembre, festa liturgica di San Martino patrono del volontariato italiano (proclamato dalla Cei, manca ancora l’ufficializzazione della Santa Sede) e santo titolare della cattedrale lucchese.

Nella sessione mattutina, il professor Pierluigi Consorti (Università di Pisa – Centro di ricerca «Maria Eletta Martini») ha ripercorso le tappe storiche e legislative che nell’Italia Repubblicana hanno portato dalla scelta dell’obiezione di coscienza di alcuni pionieri fino all’istituzione del Servizio civile stesso. Poi è stata la volta di Francesco Spagnolo (Tavolo ecclesiale degli enti di Servizio civile) che ha sottolineato come oggi, per un giovane, il Servizio civile sia più un punto di partenza di un’esperienza che non l’approdo di una scelta di fede o ideologica. Ha poi ricordato come sui 50mila posti previsti dallo Stato nel 2020, circa 10mila, cioè il 20% del totale, afferiscono ad associazione e enti cattolici. Infine è intervenuta Claudia Barsanti (Responsabile nazionale del Servizio civile per le Misericordie d’Italia) la quale ha sostenuto come un ente, e un ente cattolico in particolare, debba promuovere il Servizio civile sempre, non solo quando si apre un bando; in quanto si tratta di un’esperienza formativa coinvolgente in cui il protagonista è il giovane, dalle cui sensibilità e idee l’ente stesso può cogliere spunti per migliorare il proprio operato. L’incontro, moderato dal giornalista di Avvenire Luca Liverani, ha visto la partecipazione anche dell’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti e di un pubblico di addetti ai lavori che nella sessione pomeridiana ha messo in luce, colloquiando con i relatori, anche i problemi di questa esperienza ventennale. Sia perché a volte è vissuta come un surrogato occupazionale, in particolare nelle declinazioni dei Servizi civili regionali, sia perché aumenta negli ultimi anni anche il fenomeno della rinuncia e dell’abbandono dell’esperienza in sé, da una fetta di giovani che magari non coglie nell’ente un percorso reale di valorizzazione.

Ecco quindi che, anche nelle conclusioni, è emerso come sia necessario, per gli enti e le realtà cattoliche in particolare, mettere per scritto un Patto educativo, un documento nazionale che, grazie al Tavolo ecclesiale degli enti di Servizio civile, possa davvero qualificare i percorsi che vengono offerti. Pensando alla crescita umana e spirituale del giovane e ai perché di scelte concrete che possono essere proposte: per una valorizzazione dell’apporto di solidarietà sul territorio e nelle comunità, ma anche per uno sviluppo integrale alla cittadinanza. Intanto, su questi temi, l’Arcidiocesi di Lucca annuncia che l’11 novembre 2022 si terrà il secondo «Colloquio di san Martino».