Lucca
Lucca: meditazione trascendentale hinduista in una scuola pubblica
19 aprile pagina 5
Titolo: All’Isi Pertini riti religiosi induisti pagati dalla Fondazione Crl?
Abbiamo raccolto informazioni preoccupanti: le pubblichiamo per il bene dei ragazzi e della scuola, pronti a dare spazio a repliche e smentite.
Con il contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca, l’Istituto Professionale Pertini di Viale Cavour a Lucca è la prima scuola superiore in Italia che ha introdotto la meditazione trascendentale suggerita dal regista David Lynch lo scorso settembre per rendere felici gli studenti, liberi da stress e stanchezza. Gli incontri sono tenuti da Fatima Franco, collaboratrice del regista e seguace del metodo ayurveda diffuso dagli anni ’70 dallo yogi, maestro (maharishi) Mahesh, il quale assicura il raggiungimento di un alto livello nella meditazione che porta al «volo yoga», alla levitazione. L’iniziativa sarebbe nata nell’ambito del progetto approvato dal collegio dei docenti «Stare bene a scuola». Dapprima è stata coinvolta solo una classe Terza e, successivamente, altre tre classi. Dopo quattro incontri, nei quali gli studenti hanno imparato la tecnica di meditazione, dal corrente mese di aprile gli studenti dedicheranno alla meditazione ogni mattina, 15 minuti della prima ora e 15 dell’ultima ora di lezione. Quindi, i docenti con poche ore della loro materia si vedono portare via del tempo prezioso, soprattutto nell’ultima porzione di anno scolastico, in cui, come ultima istanza, si devono recuperare gli alunni svantaggiati e si deve concludere il programma previsto.
Ma che cosa sta succedendo al Pertini? Ci sono cose poco o per nulla chiare: pare che la pratica della meditazione, ufficialmente di rilassamento e «senza connotazioni religiose», abbia previsto un rito hindù, svolto a porte sbarrate nella presidenza, e a più riprese, per piccoli gruppi di alunni. Gli studenti hanno dovuto impegnarsi al segreto assoluto con la firma di una dichiarazione. Nemmeno i docenti devono sapere che cosa è avvenuto in quello spazio di apprendimento della tecnica meditativa.
Senza entrare nel merito del modo di aiutare a «stare bene a scuola», si resta allibiti di fronte alle voci che corrono e che, sinceramente, vorremmo che fossero smentite senza lasciare ombra di sospetto. È chiaro che in nome della sacrosanta laicità della scuola, che è espressione di rispetto di tutte le sensibilità religiose, debbano essere estromesse forme di proselitismo religioso e riti di questa o quella confessione religiosa, essendo gli studenti liberi di frequentare le rispettive comunità religiose e i loro luoghi di culto. Si resta allibiti anche di fronte a pratiche «misteriche», iniziatiche, sopra accennate e di cui i docenti, che costituiscono la comunità educante, devono restare all’oscuro, a meno che anche essi partecipino al rito, dietro l’impegno del segreto. Nella fattispecie pare si sia trattato di «ringraziamento» degli antichi maestri del metodo ayurveda, di incensazioni, di candele accese, di offerta, su un altarino, di fiori, di riso e di mele che in parte sono state mangiate dai partecipanti, poi preghiere in sanscrito e, infine, la consegna di un mantra segreto da ripetere due volte al giorno e la raccomandazione di non buttare il torsolo nel cestino dei rifiuti, ma in un campo. E questo, per «stare bene a scuola» e imparare il «volo yoga»… per rincasare presto, evitando il traffico! Se le voci corrispondo al vero, la situazione è inquietante, perché la scuola è luogo di dialogo, di confronto razionale che è fondamento di una società laica, e non luogo di indottrinamento religioso, fosse anche quello della religione maggioritaria, la Cattolica. Perché gli studenti hanno dovuto riempire una scheda anagrafica con contatto telefonico, se la scuola è già in possesso di questi dati? È stato un bel cavallo di Troia. Ma quando non si sa più a che santo cristiano attaccarsi, meglio ricorrere a quelli induisti che sono milioni di milioni. Non si sa mai! (Raffaello Giusti)
10 maggio pagina 5
Titolo: Replica sulla “meditazione trascendentale” all’Isi Pertini
Replica all’articolo del 19 aprile 2015 dal titolo «All’ISI Pertini riti religiosi induisti finanziati dalla fondazione della CRL?», che contiene informazioni non corrette, che nessuno ha ritenuto opportuno verificare prima della pubblicazione.
Il progetto Star bene a scuola – Quiet Time – è stato introdotto al Pertini dopo aver seguito tutte le vie amministrative interne per la sua approvazione, e a seguito dell’invito del regista David Lynch al Lucca Film Festival del settembre 2014, Festival che ha avuto fra gli eventi una conferenza internazionale scientifica sulla meditazione trascendentale (MT) e un progetto per le scuole che il noto regista sostiene da anni con la sua Fondazione. Tale progetto è stato proposto a tutte le scuole cittadine; il Pertini è risultato l’Istituto scelto e quindi destinatario del finanziamento della Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca. La proposta è stata presentata e approvata all’unanimità dall’intero collegio dei docenti e da tutte le componenti della comunità scolastica nel Consiglio d’Istituto. I tempi utilizzati rientrano nel 20% previsti dall’autonomia scolastica che il Collegio Docenti di ogni scuola può decidere liberamente come utilizzare e ogni studente sceglie se aderire o meno al progetto. La Fondazione ha monitorato costantemente i risultati del progetto Star bene a scuola – Quiet Time e ha concesso nuovi finanziamenti solo dopo un’ampia relazione sullo svolgimento del progetto e sulle sue ricadute positive e la scuola si augura di riuscire ad organizzare una ricerca scientifica a partire dal prossimo anno scolastico.
Il progetto Quiet Time basato sulla tecnica della meditazione trascendentale è adottato in tutto il mondo da centinaia di scuole di paesi che, ovviamente, professano fedi diverse, e coinvolge circa 500 mila studenti.
Le motivazioni dell’interesse diffuso verso questa tecnica risiedono nel fatto che rappresenta un antidoto all’ansia e allo stress del quotidiano.
In conclusione di segreto o di religioso in questo progetto non c’è assolutamente niente, basta chiedere alle persone competenti e documentarsi correttamente per verificare che si tratta di qualcosa di rigorosamente scientifico. (La Dirigente dell’ISI Sandro Pertini di Lucca)
10 maggio pagina 5
Titolo: A proposito di esotismo, magia e bisogno di interiorità
La Meditazione Trascendentale, abbreviata con MT, è diffusa a livello mondiale, anche grazie alla fondazione creata da David Lynch, il regista americano noto per le sue sequenze surrealiste, oniriche, angosciose, il quale la pratica da oltre 40 anni. Ma chi è l’autore della MT?
Mahesh Prased Varma, nato intorno al 1918, laurea in fisica nel 1942, seguiva un maestro induista, dal quale si aspettava di essere nominato suo successore spirituale alla morte, ma non appartenendo alla casta dei Brahmini, non fu possibile e restò deluso. Dopo un soggiorno in Himalaya, iniziò a diffondere un metodo di meditazione tradizionale, ma fu criticato da yogi e devoti induisti, perché il suo metodo non prevedeva l’ascesi, prescritta dai testi sacri, e si faceva pagare, mentre la «sapienza» degli yogi è gratuita. Mahesh diffuse la sua tecnica in molti Paesi del mondo, modificandola gradualmente, e intorno al 1960, negli Stati Uniti, la denominò «Meditazione Trascendentale». I suoi devoti lo chiamavano «sua santità» maharishi Mahesh Yogi, tre parole che significano: grande saggio Mahesh che facilita l’anima spirituale con lo spirito cosmico. La MT ha trovato entusiasti seguaci e tenaci oppositori. Nel 1977, il Tribunale Federale del New Jersey sentenziò che la MT è una religione e, nel 1980, il Tribunale Amministrativo di Colonia la dichiarò setta. Il marchio di religione deve pesare molto su Lynch, se a Lucca, in occasione del Lucca Film Festival nel 2014, rifiutò di presentare la MT nella Chiesa di S. Francesco, insistette per avere un luogo non sacrale e, scombussolando la logistica, gli fu offerto l’auditorium di S. Micheletto. L’insistenza sulla caratteristica areligiosa della MT, del suo fondamento scientifico e della facilità di apprendimento fa presa facilmente, perché promette la felicità con complessivi quaranta minuti al giorno di meditazione. Dall’Oriente sono giunte tante forme di meditazione che, come minimo, procurano rilassatezza. Sono tecniche che trovano riscontro fra persone stressate che hanno un pessimo rapporto con sé stesse e conducono una vita povera di senso e ricca di carriera, soldi, potere, in un crescendo illimitato e ignorando il proprio limite. Per stare un po’ bene, basterebbe ricordare che non serve a niente guadagnare il mondo intero, se poi si perde la propria vita (cfr Marco 8,36-37) e che 20 minuti di preghiera/meditazione biblica al mattino e alla sera risolvono tanti problemi. La MT, come ogni altra tecnica di meditazione orientale, incontra l’individualismo occidentale; infatti, non si è sollecitati a intervenire sul cambiamento di stile di vita né sul contesto che genera stress e nonsenso, come richiede il concetto cristiano di incarnazione, ma a «fuggire» nella ricerca di un benessere personale, senza cambiare niente. Nehru ebbe a dire che il male più grande dell’India era l’induismo; infatti, nonostante le tecniche di meditazione tradizionali, ascetiche, o quelle semplificate a uso degli occidentali, l’India è ancora degradata dal sistema delle caste e da una visione dell’uomo e della vita che la ingessa in un immobilismo invincibile. L’Occidente, con il suo concetto cristiano di tempo, di uomo e di Dio, ha prodotto una cultura che è stata mutuata da ogni Paese del mondo: libertà, uguaglianza, fratellanza, progresso ecc. I cristiani occidentali, vuoi per ignoranza o per superficialità o per motivi ideologici, non riconoscono più l’originalità del cristianesimo e rigettano tutto ciò che profuma di religione cristiana. Se l’insegnante di Religione invitasse gli studenti a baciare la Bibbia al termine di qualche sua lezione, si scatenerebbe… l’inferno! E pensare che, credenti o no, le nostre radici sono in quelle Sante Scritture e che il bacio, con sentimenti di religiosa venerazione o di laica gratitudine, sarebbe un modo per esprimere consapevolezza di ciò che siamo! Il lettore forse starà sorridendo, e a ragione! Anche il corso di MT termina con un rito di iniziazione obbligatorio – puja – che l’ignoranza o la superficialità degli Occidentali lo fa vedere come «teatrino», una cerimonia di gratitudine verso un maestro spirituale cui si deve la tecnica meditativa. Candele, incenso, piedi scalzi, qualche goccia d’acqua per la purificazione e offerta di cinque o sei fiori, di una stoffa bianca e di frutta non acida. La lingua usata è il sanscrito, lingua sacra indiana e, quindi, obbligatoria nel rito anche se resta incomprensibile. Il frutto portato dall’adepto è mangiato, ma i resti non devono essere buttati nei rifiuti, ma dispersi nella natura, segno che quel frutto è divenuto sacro. L’immagine di uno yogi posta su un altarino diventa incarnazione di una divinità. Poi si consegna all’adepto un mantra, una parola che emette vibrazioni e che si usa per entrare e restare nello stato di meditazione. Il mantra è una lode a una divinità; per esempio kirim fa riferimento alla dea Kalika, che rimuove gli ostacoli alla realizzazione dei desideri. Dopo un primo livello di meditazione, ne seguono altri e il mantra si arricchisce di ulteriori parole. Il «teatrino» ha le caratteristiche di un rito magico. Anche il Cristianesimo ha i suoi mantra, come per esempio maranatha (1 Corinzi 16,22 e Apocalisse 22,20), ma in una società cristianofobica affascinano soltanto i mantra vedici. (Raffaello Giusti)