Lucca
Lucca, inaugurata la lapide in memoria dei 28 preti, religiosi e chierici catturati e uccisi
Due i momenti forti che hanno caratterizzato la giornata di mercoledì 7 agosto. Una messa solenne presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, e poi la scopertura di una lapide con i 28 nomi
La Diocesi di Lucca esprime soddisfazione e gratitudine per la riuscita della giornata di mercoledì 7 agosto, dedicata a tutte le vittime della guerra, ma che in particolare ha commemorato i 28 preti, religiosi e chierici che furono catturati e uccisi dai nazisti in provincia di Lucca.
Proprio 80 anni fa con il passaggio del fronte, drammatiche vicende colpirono tutta la popolazione e quest’anno, la Diocesi – grazie alla Provincia di Lucca, al Comune di Lucca e al Comitato per il ricordo del Martirio di Don Aldo Mei – ha promosso due momenti forti. Una messa solenne presieduta dal Cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei, e poi la scopertura di una lapide con i 28 nomi.
Entrambi i momenti sono stati davvero molto partecipati e sentiti dalle persone presenti. Particolarmente significativo è stato l’incontro del Cardinal Zuppi con gli studenti e le studentesse del Liceo Artistico Musicale «A. Passaglia» di Lucca che, al termine della messa, hanno potuto mostrare i bozzetti di un lavoro sulla vita di don Aldo Mei. I giovani hanno potuto dialogare con il Presidente della Cei a cui poi hanno regalato una copia del loro lavoro. Poi è avvenuta l’inaugurazione della lapide, sul Palazzo arcivescovile.
Dopo la scopertura, effettuata significativamente da due seminaristi lucchesi, è intervenuto il professor Gianluca Fulvetti (Università di Pisa) autore della ricerca storica che sta alla base di quanto vissuto mercoledì 7 agosto. La sua orazione ufficiale ha ricostruito il clima del 1944, ha spiegato come il numero di 28 ecclesiastici sia il più alto di uccisi in una provincia italiana e ha anche evidenziato, non solo il ruolo delle delazioni fasciste, ma anche l’azione della XVI Divisione Panzer-Grenadier delle Ss, efferata protagonista nella strage di Sant’Anna di Stazzema, rilevando fra i suoi ufficiali una notevole deriva anti-clericale che innescò la scarica di violenza contro gli uomini di Chiesa.
Dopo questo intervento hanno preso la parola il sindaco di Lucca Mario Pardini e il presidente della Provincia Luca Menesini per le autorità civili. Poi per le autorità religiose sono intervenuti l’arcivescovo di Pisa monsignor Giovanni Paolo Benotto e il vescovo di Massa Carrara-Pontremoli monsignor Mario Vaccari. Infatti i nomi incisi sulla lapide uniscono ecclesiastici di più diocesi di appartenenza che sul territorio provinciale di Lucca trovarono la cattura o l’uccisione. Al termine degli interventi, il Cardinale Zuppi e l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, in silenzio, hanno posto una corona d’alloro proprio sotto la lapide. Il momento, questo, forse più toccante: il Presidente della Cei si è poi soffermato ed ha sistemato il nastro rosso con su scritto: «Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei giusti (Sal 116, 15)». Infine il silenzio è stato rotto da un lungo applauso dei tanti presenti.
Il Cardinale quindi ha preso la parola per un ultimo intervento, dove più volte ha ringraziato il professor Fulvetti per l’orazione tenuta e l’arcivescovo di Lucca per l’occasione di memoria organizzata. Infine così si è espresso: «Questi morti sono profeti di pace, di una pace che abbiamo ma di una pace che manca. Cerchiamo anche noi di seminare la pace in tante parti del mondo dove la pace non c’è! E qui sulla lapide ci sono parti importantissime che sono il fondamento del nostro Paese. Quando nell’art. 11 della nostra Costituzione si ripudia la guerra, negli occhi c’era questo – e indicando la lapide ha aggiunto – negli occhi di tutti c’era questo orrore. Don Aldo Mei e tutti loro ci invitano a ripudiare la guerra. A scegliere l’amore che non finisce e anche soprattutto a dotarci di un sistema per cui i conflitti vengano risolti non più con le armi ma con il diritto» ha concluso Zuppi.