Lucca

Lucca: Dossier statistico su povertà e risorse nell’Arcidiocesi

Presentato questo pomeriggio nella Sala di rappresentanza del Comune di Viareggio con un focus particolare sulla Versilia

La presentazione del Dossier sulle povertà e le risorse nell’Arcidiocesi di Lucca 2024

Questo pomeriggio è stato presentato nella Sala di rappresentanza del Comune di Viareggio il «Dossier statistico sulle povertà e risorse nell’Arcidiocesi di Lucca 2024 “tutto spera”», con un focus particolare sulla Versilia. I dati, che delineano i volti delle persone incontrate, parlano di un inasprimento dei fattori di vulnerabilità economica e sociale: per il lungo strascico della pandemia, per i precari equilibri geopolitici connessi alle guerre in corso e per la rilevante crescita dell’inflazione. Le persone accolte nei punti di rilevazione – 32 Centri di Ascolto (CdA), 2 empori e 5 associazioni – nel 2023 sono state 2.472 (2385 l’anno precedente). Si tratta del numero più alto mai registrato dall’inizio delle attività dei CdA, cioè dal 2008. Questo dato è comprensivo delle tre aree Versilia, Piana di Lucca e Valle del Serchio.

Il focus sulla Versilia

Per quanto riguarda la Versilia, nel 2023, sono state accolte presso i CdA complessivamente 606 persone così distribuite: CdA S. Paolino 56; CdA S. Rita 6; CdA Migliarina 28; CdA S. Giovanni Bosco 178; CdA Torre del Lago Puccini 99; CdA Massarosa 34; CdA Camaiore 101; San Vincenzo de Paoli Torre del Lago 16; CdA Varignano 71; CdA Bicchio 10; «Bottega 153»-Torre del Lago 7. Di queste 606 persone, 290 hanno alle spalle un contesto migratorio, 316 sono italiani e questo dato è in controtendenza rispetto alle altre aree del territorio diocesano dove a prevalere leggermente sono gli stranieri. I tradizionali ambiti dell’impoverimento riguardano: istruzione, lavoro e casa. I dati del Dossier della Caritas per la Versilia rilevano che la maggioranza di chi si rivolge ai CdA dispone di un titolo di studio basso. Il 2,3% riferisce di non avere alcun titolo di studio, mentre il 16,8% ha solamente la licenza elementare (11,3% degli italiani e il 5,4% degli stranieri). Un terzo ha la licenza media inferiore. I maschi hanno titoli di studio più bassi rispetto alle femmine.

Gli stranieri mediamente sono maggiormente istruiti (il 23,4% ha un diploma di scuola media superiore o laurea contro il 12,1% degli italiani) ma i loro titoli di studio spesso non sono riconosciuti in Italia. La disoccupazione, tra quanti incontrati dai CdA versiliesi, è al 32,5% per gli italiani e al 39,1% per gli stranieri, complessivamente il 71,6% è senza lavoro. Poi c’è il problema della casa. Per queste persone accolte e aiutate le uscite monetarie utili per coprire le spese legate all’abitare spesso sono sproporzionate rispetto alle entrate mensili, anche nei casi in cui vi siano due persone che percepiscono un reddito. Il 41,2% vive in affitto. Coloro che dispongono di una casa di proprietà sono solo il 10,5% del totale. Coloro che usufruiscono di una casa di edilizia popolare sono il 12% (9,4% degli italiani e 2,6% degli stranieri). In molte aree dell’Arcidiocesi, la Versilia compresa, anche il reperimento di un’abitazione costituisce un problema rilevante a causa del fenomeno delle case sfitte, degli affitti stagionali e per l’atteggiamento di diffidenza nei confronti di persone con redditi contenuti e di nuclei familiari composti da persone straniere.

I profili dell’impoverimento

Tra i percorsi di impoverimento si possono individuare quattro profili. Il primo riguarda i nuclei familiari composti da persone coniugate o conviventi con gli figli piccoli. Il secondo profilo di persone è costituito da nuclei familiari monogenitoriali e, in modo particolare, da quelli che hanno come figura adulta di riferimento una donna. Le lavoratrici, pur avendo titoli di studio mediamente più elevati degli uomini, avvertono più difficoltà rispetto ai maschi nel trovare un’occupazione e conservarla. Anche le retribuzioni tendono ad essere estremamente contenute.

Il terzo coinvolge soprattutto le persone che vivono da sole, senza figli, in maggioranza maschi italiani over 50, che hanno sempre faticato a trovare un’occupazione perché interessati da una pluralità di fattori di fragilità, tra i quali anche problemi di salute. Il quarto e ultimo profilo è costituito da coloro che non sono più in età da lavoro e che percepiscono una pensione non adeguata alle proprie esigenze. A questi quattro profili generali, vi è da sottolineare un altro fattore che delinea i volti incontrati nel 2023 dai CdA: all’interno dei nuclei familiari aiutati vi risiedono un numero consistente di minori. In Versilia 21,6% degli italiani e il 49% degli stranieri riferisce di avere almeno un figlio. I minori intercettati complessivamente sono circa 300. Ad essi devono essere aggiunti 172 maggiorenni che però ancora convivono all’interno del nucleo familiare.