Lucca

Lucca: Curcio, nuovo capo protezione civile nazionale, “serve consapevolezza del rischio”

Curcio ha parlato di migranti (“siamo spettatori istituzionali”), della nuova legge delega per il riordino delle norme in materia di protezione civile (“non possiamo inventarci le norme, occorre concertazione e una linea comune”), dell’educazione costante (“credo nella formazione dei docenti”). E poi, ovviamente, delle emergenze. “Il nostro paese ha fragilità strutturali. Occorre che ne prendiamo tutti coscienza” spiega Curcio. “Abbiamo la tendenza a innamorarci del rischio del giorno. Ma i problemi possono essere tanti. Le priorità? Vengono definite dalla richiesta. Ed è sempre in base al bisogno che si potrà stabilire come distribuire le risorse a disposizione. E’ il territorio che comanda. Niente è escluso, neppure lo tsunami”. Il tema prioritario resta comunque quella della consapevolezza. “Non c’è coscienza” precisa Curcio. “Nel 2015 non è possibile morire in un sottopasso. Né perché incautamente si va sulle rive del fiume in piena. Questi sono morti che non possiamo permetterci. E’ inaccettabile”. Infine il nuovo capo dipartimento della Protezione civile ha affrontato il tema dei social network. “Perché non uso Twitter? Semplice, non è il mio mestiere” risponde Curcio. “Non è nostro compito fare comunicazione di dettaglio sull’emergenza. Il dipartimento si può aprire ai social, ma occorre spiegare bene qual é la funzione. Come a dire: le strade chiuse li conoscono i territori, non il dipartimento, che invece ha una visione di area vasta”.